giovedì, Aprile 25, 2024
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I dati dell’osservatorio contenuti nel primo rapporto sulla qualità delle acque. Inquinanti presenti anche nei bacini alpini. L’Iseo raggiunge a malapena la sufficienza, l’Idro definito «scadente»

Laghi bresciani, si salva il Garda

Come stanno i nostri laghi? Di che tipo di inquinamento soffrono? Quali pesci possiamo ancora trovarci? Risposte alle quali ha dato risposta, recentemente, l’Osservatorio dei Laghi Lombardi pubblicando il «Primo rapporto sulla qualità delle acque lacustri in Lombardia» aggiornato alla fine del 2004 e patrocinato dall’assessorato ai Servizi di Pubblica Utilità e dall’Arpa. Sono stati monitorati e analizzati 45 laghi lombardi (23 naturali e 22 artificiali) tra i quali anche dieci bacini bresciani (oltre a Garda, Iseo e Idro anche dieci invasi artificiali). Una ricerca imposta dalla legge (la 152/99): il fine è quello di conoscere l’attuale stato di salute delle nostre acque per poi procedere in diverse tappe al loro risanamento. I tre grandi laghi bresciani ricevono voti tutto sommato mediocri, che migliorano in modo direttamente proporzionale alla grandezza del bacino. Così lo stato ecologico complessivo del Garda è definito «buono», quello dell’Iseo riesce a malapena a raggiungere la «sufficienza» (resta da capire come mai, nell’«Atto di indirizzo di uso e tutela delle acque» pubblicato dalla stessa Regione nel marzo 2004 l’Iseo veniva classificato come scadente); per l’Idro arriva inesorabilmente il verdetto di «scadente». Una media tutto sommato mediocre per una scala di valori che va dal «pessimo» all’ «elevato». Dovremmo rifarci con i sette bacini artificiali prealpini, dove non dovrebbe essere messa in discussione la purezza delle loro acque. E invece no. Nell’Avio (2000 mila metri d’altezza) sono state trovate forti quantità di piombo risalenti a un caso di inquinamento datato 1981 e proveniente da una delle tante aziende siderurgiche camune. La pubblicazione dovrebbe essere propedeutica al piano di risanamento delle acque (imposto sempre da decreto 152/99) ma necessiterà certamente di una integrazione, in quanto spesso i dati sugli inquinanti metallici non sono presenti. Anche la Regione Lombardia si è imposta delle coordinate e degli obbiettivi da rispettare, che risultano fuori misura se non si interverrà immediatamente. Ogni corpo idrico (fiumi, laghi, canali ecc.) dovrà arrivare ad avere condizioni ecologiche «sufficienti» entro il 31 dicembre 2008. Sembra una «missione impossibile» non solo per il nostro lago d’Idro, ma per quelli messi ancor peggio: i tre laghi di Mantova, Lugano, Montorfano e Pusiano (Como), lago di Varese. Il programma della Regione prevede poi il raggiungimento dello stato di «buono» entro il 2016. Chi vivrà vedrà, per ora possiamo solamente riuscire a capire cosa si sta facendo per migliorare l’acqua dei nostri tre laghi. Il Garda è il più fortunato: oltre a vantare grandi dimensioni non ha sofferto la presenza di un comparto industriale che (come nel caso della Valle Camonica per il lago di Iseo) ne ha compromesso la qualità delle sue acque. Andranno potenziati i collettori ed i depuratori dei comuni rivieraschi (già oggi tra i più efficienti della provincia) per depurare quel 16% di acque reflue che ad oggi non viene ancora trattato. Sull’Iseo l’inquinamento si è depositato sul fondo nel corso degli anni: oltre ad un monitoraggio più attento del comparto industriale camuno si dovrà procedere ad un massiccio potenziamento dei depuratori nei comuni rivieraschi (63% delle acque non è ancora depurata). Sull’Eridio si è in attesa della realizzazione del doppio collettore di Idro, il quale dovrebbe convogliare a valle del lago i reflui di migliaia di cittadini. Ma dovranno essere rivisti anche le quantità di acqua trattenuta dalle dighe di monte nei periodi estivi, che causano bruschi cambi di livello e una conseguente alterazione degli equilibri termici e biologici del lago. Terminata l’epoca dell’industria pesante, e dopo anni di mancata programmazione ambientale, ora si corre ai ripari nel tentativo di salvare il comparto turistico.

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