venerdì, Marzo 29, 2024
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Tanta paura ma nessun danno per il sisma che ha fatto tremare l’alto Garda mercoledì sera. a scossa del quinto grado avvertita da Gargnano a Riva

Lago, zona a rischio terremoti

Una paura non da poco, con le luci di tante case improvvisamente e contemporaneamente accese, quasi gli abitanti cercassero dai vicini conferma e conforto per quanto stava accadendo. Sono stati momenti di paura quelli vissuti mercoledì sera sull’alto Garda. Momenti di interminabile angoscia per tanti cittadini, mentre altri – al contrario – non si sono accorti di nulla. È questa la stranezza della scossa tellurica che si è verificata alle 22.14 di mercoledì, con una potenza che gli esperti stimano tra il 4° e il 5° della Scala Mercalli (quella che misura i danni conseguenti ai terremoti, mentre la scala Ritcher misura la magnitudo della scossa, indipendentemente dai danni che può causare). E, per fortuna, la cronaca non rileva nulla che possa andare al di là della comprensibile preoccupazione, visto che non risulta siano stati segnalati danni nei paesi altogardesani che hanno avvertito la scossa – Limone, Tremosine, Campione, Tignale, Gargnano – nè in quelli trentini di Riva e Arco e in quelli veneti di Malcesine e Caprino Veronese. La scossa ha creato apprensione senza, tuttavia, lasciare il segno del suo passaggio su persone o cose. Non tutti se ne sono accorti, si diceva, visto che parecchi dormivano già. Ma è anche capitato che l’impressionante boato che ha accompagnato il movimento della terra sia stato magari avvertito in un paese e non in quello vicino. Di fatto, in definitiva, molti hanno sussultato (forse più per la paura che per la violenza della scossa tellurica, che ha comunque impressionato) e c’è chi si è subito rivolto ai carabinieri, ai vigili del fuoco per ottenere informazioni e rassicurazioni. Telefonate fino a notte fonda sono giunte anche alla famiglia Foffa Cruciani, che da mezzo secolo gestisce l’Osservatorio sismologico di Salò: «In questo momento siamo a casa e non all’osservatorio, ma a Salò non ci siamo accorti di nulla», è stata la risposta fornita nel cuore della notte. Infatti la scossa che ha colpito l’alto Garda ha generato paura, ma non viene ritenuta tra le più forti e pericolose, come hanno chiarito ieri mattina all’osservatorio stesso. «Il 1° e il 2° grado della scala Mercalli sono difficilmente individuabili. Ai piani superiori delle case ci si accorge del 3°, mentre il 4° e 5° passano inosservati a chi è in macchina in quel momento». Tra il 4° e il 5° si colloca la scossa dell’altra sera, avvertita in maniera chiara, ma senza conseguenze. Epicentro? La Protezione civile di Roma e il Centro Sismologico di Varese lo collocano nella parte settentrionale del lago, verso Limone. «Non è casuale, infatti, che i centri che hanno avvertito in modo più netto il rumore e la scossa siano la stessa Limone, con Malcesine e Riva» aggiungono all’Osservatorio salodiano. Di danni non si parla, per fortuna. «Nessuno mi ha segnalato nulla – spiega Marcello Festa, sindaco di Gargnano -, e neppure i carabinieri hanno avuto informazioni di sorta in merito ad eventuali danni». Sulla stessa lunghezza d’onda sono le risposte fornite dagli altri comuni dell’Alto Garda più vicini all’epicentro, come Tignale o Tremosine. «Da 50 anni gestiamo l’Osservatorio – spiegano i Foffa Cruciani, che hanno preso in mano la stazione da Pio Bettoni, che l’aveva fondata nel 1877 – e di scosse ne registriamo tantissime, molte non avvertibili dalla gente e altre, come l’ultima, senza conseguenze. D’altronde, l’Italia è per tre quarti area sismica ed il Garda non fa eccezione». Già da tempo, del resto, i sismologi hanno rivolto la loro preoccupata attenzione al territorio gardesano, e più in generale bresciano. Nel luglio di quest’anno, al Convegno nazionale di vulcanologia che si è svolto a Erice, la provincia di Brescia è stata inclusa fra le tre zone d’Italia a più alto rischio sismico, insieme allo Stretto di Messina e ai Monti Peloritani in Toscana. Sotto il nostro territorio scorre infatti la stessa faglia che provocò il disastro del Friuli nel 1996: dalle Alpi friulane, la colossale crepa sotterranea raggiunge Brescia e risale fino alla Adamello fiancheggiando da ovest il Garda bresciano. Altre cinque faglie passano proprio sotto il lago. La principale parte dal Monte Baldo, lambisce la penisola di Sirmione e raggiunge il porto di Desenzano. Un’altra faglia, dalla sponda veneta, raggiunge Portese e prosegue verso la Valsabbia. Questa è zona ad alto rischio sismico: non c’è più alcun dubbio.

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