giovedì, Aprile 18, 2024
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Nell’hotel Laurin una conferenza dedicata al grande pittore gardesano. Slitta all’autunno la mostra rinviata a causa delle scosse

Landi «profeta» in patria

Nello splendido salone dell’hotel ristorante Laurin di Salò, si è tenuta ieri una giornata celebrativa del pittore Angelo Landi, nato a Salò nel 1879 e morto a Morgnaga nel 1944. L’evento di ieri è una tappa in vista della grande mostra del prossimo autunno, che, non fosse per il terremoto, sarebbe stata allestita nella Sala dei Provveditori del Palazzo comunale, ora inagibile, e al Vittoriale di Gardone Riviera. Al momento non è possibile sapere dove si terrà. In dicembre e gennaio i 70 quadri finiranno in mostra alla reggia di Caserta. Una soluzione che permetterà di valorizzare l’opera del Landi e, in particolare, il suo monumentale affresco della cupola del santuario della Madonna di Pompei. L’operazione è condotta congiuntamente dal municipio e dalla Associazione culturale «L’arengario» di cui è presidente Leonardo Peli, vice Bruno Gnutti. Nel 1905 Landi ha decorato il soffitto della sala dell’hotel Vittoria e, successivamente, lo scalone del Palazzo comunale. Trasferitosi a Milano, dove è rimasto fino al 1915, è stato nominato «Accademico di Brera» da Vittorio Emanuele II. Dopo avere partecipato alla Biennale di Venezia, si è visto assegnare dal Comando supremo l’incarico di eseguire opere di scene della guerra , e ritratti di ufficiali dell’esercito (quadri esposti a Roma nel ’19). Dal ’20 al ’22 ha compiuto un viaggio in America Latina. Poi si è stabilito nella capitale, ha dipinto per Gabriele D’Annunzio due lunette rappresentanti San Francesco e Santa Chiara, decorato il soffitto del salone delle feste dell’hotel Savoia di Gardone Riviera, soggiornato a Parigi. Dal ’40 al ’42 eccolo lavorare al santuario di Pompei. Ieri, dopo il saluto dell’assessore provinciale Aristide Peli e dei sindaci Giampiero Cipani e Alessandro Bazzani, lo studioso Luciano Anelli ha ricordato come Landi sia stato un cosmopolita: Venezia, Milano, Sudamerica, Africa, Roma, la Francia, eccetera. «Una vita ricca di sentimenti e di avventure – ha spiegato Anelli-. Negli ultimi tempi è ritornato sul Garda, per stabilirsi definitivamente a Morgnaga. C’era pure donna Luciana Pantaleo, l’ultima amante, giunta dalla città lagunare. Immaginate con quale soddisfazione della seconda moglie!». Il critico d’arte ha parlato del Landi ritrattista (introspettivo più che ambientale, e molto moderno), decoratore (di ville, alberghi, edifici sacri), paesaggista, cronista di guerra (400 i quadri dipinti in trincea). Un uomo colto, che si è legato al simbolismo, rinunciando a seguire i futuristi. Anelli ha presentato una serie di diapositive, con i ritratti di Giacomo Puccini, la testina di un bambino, la ragazza con la chitarra (la tavolozza continua a schiarirsi, diventa più lieve e leggera), due donne impegnate a cucire, il vecchio pescatore che rammenda le reti, un fante sul Grappa, un soldato che si spidocchia, le strade di Parigi, la Senna, i cafè chantant e le ballerine creole. Marcello Riccioni ha invece spiegato gli interventi del Landi a Villa Simoni, l’attuale Laurin, nel Palazzo comunale, nell’ex hotel Vittoria. E si è dilungato, con passione ed entusiasmo, sugli affreschi della cupola del santuario di Pompei. Il pittore dipinse 300 figure, spendendo per i colori e i cartoni 110mila delle 130mila lire ricevute, così da guadagnare appena 20mila lire. E’ rimasto sulle impalcature a 50 metri di altezza, fino ad ammalarsi di polmonite. Ma alla fine ha portato a compimento un’opera straordinaria. Riccioni ha lanciato un appello: i privati e gli antiquari che abbiano i cartoni preparatori dei lavori contattino il municipio di Salò, e li mettano a disposizione.

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