venerdì, Marzo 29, 2024
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Noemi Messora, scrittrice comasca, aveva scelto di vivere sul lago

Lascia il suo patrimonio in eredità ai concittadini

Si è spenta in silenzio, com’era nel suo stile di vita: schivo, riservato, dolce. La sua morte, quindi, è quasi passata inosservata. L’eccezione, i suoi più stretti parenti ed amici. Eppure Noemi Messora, 56 anni, docente universitaria, scrittrice, donna coltissima, ha amato tantissimo Desenzano, anche se non era la sua città natale. L’ha amata al punto di lasciarle in eredità un patrimonio librario straordinario, diviso tra la biblioteca locale e quella di Brescia. E ancora, un immobile situato in via Vittorio Veneto (la strada della Casa di riposo) destinato alla Croce rossa di Castiglione delle Stiviere, e un altro immobile ubicato in via Tiepolo, la zona residenziale della cittadina, alla parrocchia di San Zeno. Noemi Messora, di origine comasca, era approdata un decennio fa sulle rive del Garda, al culmine di una carriera professionale intensa e ricca di soddisfazioni nel mondo della cultura. Si era laureata in lingue straniere con il massimo dei voti alla «Bocconi» di Milano nel 1968, nell’anno del movimento studentesco. Da allora era entrata subito nella carriera universitaria in qualità prima di assistente, poi di docente, emigrando in Inghilterra ed entrando a far parte dell’Università di Warwick e di Cambridge. Noemi Messora acquisiva quindi il titolo di «Doctor philosophy» con la ricerca sulla «Commedia bresciana», un’opera notevole e rarissima, diventando poco dopo insegnante di lingua italiana per gli studenti anglofoni e curando, inoltre, numerose pubblicazioni e traduzioni per conto delle più prestigiose case editrici inglesi. Ha anche collaborato alla trasmissione radiofonica «Good morning Italian»: si trattava di un corso di lingua italiana. Ha poi realizzato su compact disc il primo corso di lingua italiana per cittadini stranieri per una nota casa editrice milanese. In poco più di trent’anni di luminosa carriera, Noemi Messora è stata anche membro dell’Associazione internazionale dei professori italiani e dell’Associated for language learning della Gran Bretagna. Ha lavorato alla stesura di numerosi dizionari di inglese-italiano e nel campo della letteratura ha scritto saggi di rilevanza internazionale sulla commedia del Cinquecento. Negli ultimi due anni aveva avviato una ricerca su un sacerdote vissuto tra Montichiari e Caravaggio, di nome Secco. Si è occupata infine di teatro veronese, collaborando con le università di Brescia e Venezia. Uno dei suoi lavori rappresenta una pietra miliare nella storia del teatro: è «Il teatro lombardo sotto la Repubblica Veneta-Commedia bresciana nel ‘500», frutto di una vasta e paziente ricerca di studio. Ecco, questo un breve curriculum di Noemi Messora, certamente non esaustivo della figura di questa donna, tali e tante sono state le sue attività, i suoi interessi, le sue ricerche. «Era una donna dolcissima e straordinaria – dice di lei un’amica, Claudia Gaddi di Como – perché ha lasciato molte testimonianze di cultura inestimabili». A Desenzano pochi la conoscevano, perché la sua esistenza era dedicata unicamente allo studio e alla ricerca. Noemi Messora, del resto, non si era mai sposata. Poi, lo scorso anno, cominciò ad accusare i primi sintomi di un male oscuro che non perdona. Noemi, consapevole di un destino che le aveva voltato decisamente le spalle, aveva cominciato a riordinare le sue cose, i suoi affetti, il suo patrimonio librario. E a stendere il testamento. Tra le persone che le sono state vicino negli ultimi tempi, il parroco di San Zeno e qualche conoscente. Adesso ci si augura che la città di Desenzano voglia accogliere tra i suoi figli prediletti anche Noemi Messora.

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