Oltre 150 collezionisti all’appuntamento organizzato dal Ferrari club Tra le rarità la Balilla 508 e la 521 Topolino così simile alla Rolls
L’auto del re al raduno d’epoca
Anche la macchina del re al raduno di auto d’epoca di domenica scorsa. Al raduno, ben organizzato dal locale Ferrari club, 150 i partecipanti: 56 le vetture e 18 le motociclette. Impossibile però non notare quella splendida Aston Martin grigio metallizzata. Un’auto del 1960, 6 cilindri per 3600 di cilindrata. Un pezzo di casa Savoia già tornato in Italia da due anni. Appartenuta a Vittorio Emanuele, ma usata abitualmente dal rampollo di Casa reale Filiberto, è stata acquistata direttamente dalla famiglia a Ginevra e portata sino a Malcesine. Questo racconta il nuovo proprietario, Vinicio Biondani, accompagnato dalla moglie Giulia, facendo ammirare i dettagli della splendida auto e i regali fregi sulla radica del cruscotto. Certo una chicca, ma che non faceva affatto sfigurare altre stelle e stelline: dalla Balilla 508 del 1935 alla fantozziana Bianchina convertibile anni Sessanta. Quasi tutti i marchi automobilistici coloravano una piazza Statuto inondata di sole. L’Alfa Romeo Montreal, la Lancia Aurelia coupè del 1954 accanto al modello spyder nero del 1956, le Porsche 356 e la 1600 rispettivamente del 1961 e 1962, la Rover 95 sempre di quegli anni, un’imponente Mercedes del 1967. La Fiat era presente con una ben conservata Fiat familiare (quella dei taxi di una volta), le due o tre immancabili 500 e qualche pezzo particolarmente affascinante come la 521 Topolino del 1931, che, nonostante il nome, si confonde facilmente con una Rolls. Sempre Fiat la 508 cabriolet del 1938 e la 1500 V6 del 1935. E ancora una gialla Austin Arley spyder del 1959 e una Jaguar Daimler vicine alla bellissima Lancia Flaminia Sport del 1963, alla Renault Caravelle scoperta del 1966 e all’Anglia del 1960, l’auto ricordata per il cristallo posteriore all’incontrario. Ben rappresentato e non senza sorprese anche il reparto motociclistico: due modelli Sydecar la facevano da padrone. Una nera e luccicante Bmw 25R2 del 1951 vicina all’Harley Davidson blu del 1941 e a una Gino Bartali del 1955. Molte le marche, tra le quali Guzzi, Gilera, Motom, Ducati, Capriolo e la Piaggio Vespa datata 1956. Attraenti un giallo e ben conservato Rumi e il più piccolo motore diesel mai visto, applicato su di una bici Lohmann del 1951 con soli 18 cavalli di cilindrata e trasmissione a rullo sulla ruota posteriore. Dal passato al futuro, si poteva provare la nuovissima e futuribile funivia Malcesine-Monte Baldo e, grazie ai 180 centimetri d’altezza di chi scrive, si riusciva anche ad attaccarsi agli altissimi pomelli del tetto, probabilmente anch’essi studiati per generazioni future. Non si sarebbe reali se si descrivessero giornate solo idilliache e quindi, forse proprio a causa di una giornata particolarmente limpida e tiepida, occorre rilevare, a parte una comprensibile coda alle stazioni della funicolare, un serpentone di nuove e moderne auto da Malcesine alla città. Più di due ore in una moderna scatola rischiano di far dimenticare tante meraviglie. Certo non accadeva alle vecchie signore che hanno sfilato a Malcesine.