giovedì, Aprile 18, 2024
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L’obiettivo è raggiungere parametri di maggior qualità delle acque trattate. Si inzia a fine agosto. Il direttore Giacomelli: «È un vero potenziamento»

Lavori al depuratore

Non è direttamente collegato al problema della proliferazione delle alghe, perché la sua attività interviene a valle del bacino gardesano. Il depuratore consortile, infatti, situato sulla riva del Mincio raccoglie le acque portate dai collettori sublacuali delle sponde gardesane: quello veronese, gestito dall’Azienda gardesana servizi, e quello bresciano gestito dall’Azienda speciale Consorzio Garda Uno. A quest’ultimo spetta anche la gestione tecnica del depuratore di Peschiera nato per ricevere le acque nere ma che, da sempre, raccoglie anche quelle bianche frutto delle precipitazioni meteorologiche.Dal 1997 l’ingegner Mario Giacomelli è il direttore dell’impianto oggetto di un intervento di adeguamento che prenderà il via entro fine agosto. «Si tratta di un potenziamento della struttura ma si parla di adeguamento», spiega, «perché l’intervento è finalizzato al raggiungimento dei parametri di qualità delle acque trattate previsti per le cosiddette zone sensibili».Sedici milioni di euro è il costo del progetto suddiviso in tre lotti. «Il primo, i cui lavori partiranno appunto entro agosto, prevede la realizzazione di una sesta linea di trattamento dei liquami provenienti dai collettori. Il 21 luglio prossimo ci sarà, invece, l’incontro finale per l’aggiudicazione del secondo lotto: di fatto un completamento del primo dal punto di vista idraulico». «Il che significa», continua il direttore, «che dopo i due stralci di lavori, che dovrebbero concludersi entro il 2008, tutto ciò che arriva dai collettori sarà ricondotto ai trattamenti del depuratore». «Questo permetterà», continua Giacomelli, «anche di non dover più ricorrere al by pass realizzato all’ingresso dell’impianto e che oggi raccoglie quello che il depuratore non riesce a trattare e lo convoglia nel Mincio».Giacomelli sottolinea che si tratta di carichi straordinari di liquami che coincidono con le precipitazioni abbondanti. Prima del by pass, o sfioratore, questi versamenti erano quelli che finivano direttamente a lago. A completare il progetto di adeguamento dell’impianto i lavori del terzo lotto, di cui non si conoscono ancora i tempi, e che andranno ad agire sulla qualità delle acque in uscita dal depuratore, migliorando ulteriormente la situazione di Mantova e dei suoi laghi. Il programma dei lavori al depuratore consortile procede e, riprende il direttore, «la nostra attività nulla ha a che vedere con quanto incide sulla produzione di alghe». Ciò nonostante la realtà gardesana è ben nota e Giacomelli ne sottolinea la complessità. «Cosa sappiamo, ad esempio, di cosa porta giù il Sarca, l’immissario del lago, o gli scoli che raccolgono le acque di dilavamento dei terreni agricoli; e delle stesse fognature comunali che rimangono grandi sconosciute. È davvero un quadro di difficile lettura». Proprio per questo l’ingegnere condivide l’idea di un’autorità di bacino unica e che avesse sede sul Garda. «Agevolerebbe il lavoro di tutti», dice citando l’attuale situazione delle Regioni che, come previsto dalla legge, hanno predisposto il proprio piano di tutela delle acque. «Sul Garda hanno giurisdizione Veneto, Lombardia e Trentino», continua, «sono stati usati gli stessi criteri nella gestione della risorsa acqua? Come si fa il monitoraggio di controllo sulla qualità? Non ci sono acque veronesi, bresciane e trentine nel Garda. Il lago è uno solo. Per questo», conclude Giacomelli, «un coordinamento locale sarebbe più efficiente anche dal punto di vista operativo e per affrontare con più organicità tutti i problemi che si presentano e che hanno bisogno di risposte e interventi unici. Incluso quello della proliferazione algale».

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