Lazise celebra il 40° Carnevale del Marciapiè

04/03/2019 in Attualità
A Lazise
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Sono pas­sati quar­an­ta anni dal novem­bre 1979 quan­do un grup­po di “orig­i­nari” decis­ero di rac­con­tar­si la sto­ria di Lazise in via Arco, lo stori­co “Mar­ci­apiè”. E da li è nato il di Lazise e che impeg­na molti volon­tari ” ami­ci del carnevale” ad orga­niz­zare per due giorni un grande fes­ta eleggen­do il sin­da­co di via Arco, ovvero El capo Valar, Quel da Re ed El Cagnol, insom­ma i tre per­son­ag­gi del carnevale che per un anno guider­an­no le sor­ti del carnevale lacisiense.
Il pri­mo appun­ta­men­to è in via Arco ed all’im­boc­co del lun­go­la­go Mar­coni, mart­edì 5 mar­zo, alle 11,0 con l’aper­tu­ra del chiosco delle bevande, del vino, del vin brulè e del­la gas­trono­mia locale. Alle 13,00 si aprono le urne per la votazione. Si chi­ud­er­an­no impro­ro­ga­bil­mente alle 18.00. Giochi e mascher­ine per i bam­bi­ni per tut­ta la gior­na­ta.

Mer­coledì 6 mar­zo, pri­mo giorno di Quares­i­ma, aper­tu­ra dei chioschi gas­tro­nomi­ci con la pos­si­bil­ità di degustare il mine­strone di magro ed il tradizionale pesce frit­to. Arriverà anche il papà del Gno­co con i Mac­a­roni, Il Re del Goto di Colà e tut­ti andran­no a far visi­ta agli anziani ospi­ti del­la casa di riposo. A mez­zo­giorno in pun­to spoglio delle schede votate e investi­tu­ra uffi­ciale del nuo­vo capo Valar e del­la sua corte, giro per le vie del paese con l’ac­com­pa­g­na­men­to dei Tam­buri di Vil­lafran­ca e dei tan­ti grup­pi mascherati del del­la provin­cia. Al ritorno del cor­teo in via Arco ci sarà un breve inter­ven­to del sin­da­co di Lazise e del Papà del Gno­co.

“Quest’an­no abbi­amo dovu­to cedere la ges­tione degli stands gas­tro­nomi­ci ad una azien­da spe­cial­iz­za­ta per le noti restrizioni legali — spie­ga Gegia Olivet­ti del coor­di­na­men­to del Mar­ci­apiè — e quin­di non ci sarà tut­ta la scelta del menù tipi­co degli anni pas­sati. Come per il pas­sato però — con­tin­ua Olivet­ti — dare­mo in benef­i­cen­za tutte le offerte rac­colte, dedotte le spese, pro­prio per­ché il di di Lazise sia benefi­co e vici­no a chi è meno for­tu­na­to.”

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