venerdì, Aprile 19, 2024
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Acquedotto potenziato

Le malghe hanno sete

Solo una piccola gara contro il tempo può salvare la montagna dallo spopolamento e dalla desolazione. Quando il peso di vivere in quota si fa sentire, servono interventi immediati, radicali e non snaturanti per impedire al progresso di attrarre in città anche i più affezionati amanti dell’alpeggio e della vita in baita. Comincia così il conto alla rovescia per l’acquedotto rurale di Ferrara di Monte Baldo: l’amministrazione ha infatti deciso di sistemare e potenziare l’approvvigionamento idrico alle malghe. «Il progetto globale prevede la sistemazione dei tre tronchi di acquedotto che si trovano nelle località di Saugolo, Prazzagano ed Albarè», spiega Andrea Turcato, responsabile dell’area tecnica in Comune. «Il rifacimento del primo tronco che porta acqua nella zona dove si trovano le aziende agricole Pravazzar e Preelle è concluso; lo stesso si può dire per la costruzione ex novo del secondo tratto che alimenta la malga di Prazzagano; infine sarà completata la condotta di Albarè». «La malga di Prazzagano, risale come la maggior parte delle malghe, alla fine dell’800 ed essendo stata concepita per quegli anni non era servita da strade, né aveva luce ed acqua. Si trova oltre i mille metri sul livello del mare, ai confini con il Trentino Alto Adige, proprio sopra la Val d’Adige», spiega il sindaco Guerrino Coltri. «Una famiglia di residenti a Ferrara di Monte Baldo la abita nel periodo estivo quando per tre mesi va a monticare: sono allevatori di bovini che non possono più stare lassù per tre mesi all’anno senza acqua corrente. Anche l’elettricità non c’è ma, per il momento, continueranno ad utilizzare un generatore». L’opera non è un particolare aiuto a privati ma un lavoro destinato alla rivalutazione del territorio: «Costruire un acquedotto per servire una baita finora alimentata solo da un serbatoio per l’acqua piovana significa lavorare per cercare di trattenere in montagna persone che, altrimenti, la abbandonerebbero», nota Coltri. Con questi lavori l’amministrazione coglie anche l’occasione per recuperare una nuova sorgente. «E’ quella di Albinuovi che, da diversi anni, non veniva più utilizzata e sarà recuperata sfruttando un sistema fotovoltaico avveniristico», dice Coltri. «Grazie a pannelli solari sarà prodotta energia sufficiente per alimentare una pompa che porterà acqua in quota da Albinuovi a Prazzagano e in futuro anche alla malga di Cerbiolo, a Brentino». Per quanto riguarda l’approvvigionamento alla malga di Albaré, a due passi dall’orto botanico del monte Baldo a Novezzina, la situazione è relativamente diversa. «E’ servita da strade, non manca la luce elettrica ed è ora usata da allevatori di cavalli. Tuttavia, vista la posizione e il fatto che in questa zona il pascolo è ridotto, sarà in futuro destinata ad altri fini. Verrà infatti destinata alla piantumazione di erbe e piante officinali». Per quanto riguarda infine l’ultimo tratto di acquedotto rurale, diretto a Saugolo, servirà ad alimentare alcune aziende agricole. L’opera verrà a costare in totale 63mila euro (pari a poco più di 120 milioni di ex lire). «Ferrara del Baldo riuscirà a realizzarla grazie all’interessamento del sindaco Guerrino Coltri che, tramite la Comunità Montana del Baldo, ha potuto ottenere un contributo regionale di 57.600. Il resto della spesa è invece affrontato dall’amministrazione», chiude Turcato.

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