giovedì, Aprile 25, 2024
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Claudia Pellegrini, nipote della nutrice che tentò invano di salvare la piccola ebrea, è venuta a raccontare la storia alle elementari di Pazzon

Le scuole rievocanola Shoah di Magda

Jean Pierre Jouvet, giornalista, storico della Resistenza e allora caporedattore dell’Arena, lo profetizzò nel 1992, quando scrisse per primo sul nostro giornale la storia della «piccola Anna Frank montebaldina uccisa ad Auschwitz», Magda Bodner: «Il Comune di Caprino Veronese dovrebbe dedicare una scuola per l’infanzia o una via alla concittadina ebrea Magda Bodner, venuta alla luce, appunto a Caprino, il 10 gennaio 1942». Quel suo invito è stato accolto. Il 29 giugno 2006 l’amministrazione Sandri, su proposta del consiglio d’istituto, ha intitolato la scuola dell’infanzia a Magda Bodner, uccisa a due anni d’età.L’articolo di Jouvet fu conservato insieme all’unica foto di Magda da Lina Merzi Pellegrini, nutrice della piccina vissuta a Pazzon e che tentò invano di salvarla dal lager. La nipote Claudia Pellegrini, insegnante a Merano, ereditò alla morte della nonna la fotografia e il ritaglio dell’articolo, che la vecchia nutrice conservava gelosamente nel portafoglio. Il vecchio articolo la ispirò a ricostruire compiutamente questa storia, una drammatica vicenda famigliare che si inserisce nella più grande tragedia della Shoah. Da memoria riservata a pochi testimoni e superstiti, la vicenda di Magda è diventata molto di più.«Quando si avvicina la giornata della memoria», dice Claudia Pelligrini, all’indomani delle annuali commemorazioni, «immancabilmente vengo confrontata con Magda. Come l’ebreo errante, come il marinaio del The rime of the ancient mariner di Colleridge, sono condannata a raccontare una storia con ricorrenza ciclica. Ho fatto una bellissima esperienza alla scuola elementare di Pazzon. Mi hanno invitato a parlare di Magda, di mia nonna, di Auschwitz, nell’ambito di un bel progetto al quale stanno lavorando, sull’educazione alla tolleranza e sulla storia del loro paese. Per me è stato come un viaggio a ritroso nel tempo: mi sono sentita catapultata indietro di 50 anni. Vedere tutti i bambini con i loro grembiulini neri (da noi, in Alto Adige, questo simbolo del regime fascista è stato eliminato da decine di anni), tutti seduti in corridoio (in mancanza di un aula magna), attentissimi, con un foglio sul quale prendevano appunti, io che raccontavo loro la storia di Magda e della Shoah proiettando le foto della mia presentazione powerpoint su un lenzuolo appeso con uno strap al muro! Un’esperienza veramente indimenticabile, non perché mancavano certe strutture — noi in Alto Adige da questo punto di vista siamo viziati — ma perché sono stata accolta con tanto calore e interesse che mi sentivo come una maestra di altri tempi. Anche la mia retribuzione era un po’ d’altri tempi: un’ottima torta fatta in casa in un portatorte di stoffa cucito dalle donne di Pazzon e una coroncina di pasta sale fatta dai bambini. Commovente». Nell’occasione, Claudia Pellegrini ha rivisto i suoi studi sull’arresto di Magda, e crede di dover rivedere un aspetto della sua ricostruzione. «Ho scritto che l’arresto era avvenuto nel novembre 1943, ma in realtà deve essere avvenuto tra l’11 e il 13 marzo 1944, come mi aveva scritto Liliana Picciotto, autrice del Libro della Memoria. Con il senno di poi, novembre non era possibile, vista la velocità con la quale lavorava la macchina di sterminio nazista. Inoltre il campo di Fossoli non era ancora terminato come campo per gli ebrei per quella data».Magda era a Caprino dalla nascita, in residenza coatta con la mamma Rosa Sax, austriaca, il padre Mayer Bodner, polacco e decine di altri ebrei. A Caprino dal 1942 erano stati costretti a concentrarsi 32 ebrei, in gran parte provenienti dalla Jugoslavia, ma alcuni anche da altri campi di concentramento come quello di Ferramonti di Tarsia (Cosenza): 14 uomini, 13 donne, 5 bambini e ragazzi sotto i 15 anni, tra cui la piccola Magda Bodner, nata in internamento a Pazzon il 10 gennaio 1942. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono arrestati, imprigionati a Verona, trasferiti nel campo di concentramento di Fossoli (Carpi), deportati e uccisi ad Aushwitz. Sulla data dell’arresto, che Claudia Pellegrini ritiene di datare al marzo 1944, non concorda però Francesco Silvestrelli, maestro di Caprino in pensione, che insiste per la data del 30 novembre 1943: «Magda, una bimba paffutella, fu all’asilo con me a Pazzon.Venne accolta dalle suore pur essendo molto piccola perché mamma e papà, ospitati dal parroco don Gio Batta Roncari, dovevano lavorare. L’arresto accadde di martedì, come era appunto il 30 novembre 1943. Questo mi risulta anche dalla testimonianza da me raccolta ascoltando Lidia Cristini di Pazzon, figlia dei proprietari dell’albergo omonimo che dava sulla piazza», ribadisce Silvestrelli. Secondo i registri dei trasporti (citati nel volume Ebrei a Verona, 1994, Cierre Edizioni, a cura dell’ Istituto veronese per la storia della Resistenza) gli internati lasciano Caprino l’11 marzo 1944 per Fossoli. Da lì 16 di essi saranno avviati alla deportazione il 5 aprile 1944 e altri 2 nei mesi successivi. Tra i deportati 5, tra cui Magda, risultano morti il 10 aprile 1944 e 1 più avanti. «Ma anche il 30 novembre risultano partiti 12 ebrei», dice il maestro in opensione, «è tra questi sono convinto ci fosse anche Magda. Ricordo anche la nebbia di quel giorno. Quando la mia compagna di asilo venne trasportata sul camion, indossava un cappottino di lana pesante, color verde marcio, più adatto all’inverno che alla primavera».

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