Monsignor Zenti: «L’Iva va pagata, ma lo Stato poi dovrebbe restituirla a chi fornisce servizi sociali»

«Le tasse su opere di carità sono un vero e proprio furto»

Di Luca Delpozzo
Giuditta Bolognesi

È arriva­to dal­la por­ta sul retro, sor­pren­den­do quan­ti lo atten­de­vano sul piaz­za­le prin­ci­pale. È inizia­ta così la visi­ta del vesco­vo di Verona mon­sign­or Giuseppe Zen­ti alla sede de «La nos­tra casa»: il cen­tro di accoglien­za, oggi anche asso­ci­azione, pro­mosso ven­ti­sei anni fa da don Bruno Pozzetti.Una «strut­tura di sol­i­da­ri­età», come la definisce lo stes­so fonda­tore, for­ma­ta dal Cen­tro educa­ti­vo oper­a­ti­vo diurno, una Casa famiglia, il Cen­tro socio-riabil­i­ta­ti­vo per adul­ti con lesioni cere­bro- spinali post- trau­matiche e la Comu­nità Corte palaz­zo: atti­va da pochi giorni, ospi­ta dal lunedì al ven­erdì ragazzi dis­abili che rien­tra­no a casa per il fine set­ti­mana. Quar­an­ta i dis­abili segui­ti da 20 tra oper­a­tori ed edu­ca­tori e da oltre 100 volon­tari. Una realtà che mon­sign­or Zen­ti ha indi­ca­to come esem­pio di «sol­i­da­ri­età vera».Entrambe risorse fon­da­men­tali di ques­ta soci­età al pari di quelle eco­nomiche. Pen­san­do alle quali il vesco­vo si è sof­fer­ma­to sug­li aspet­ti fis­cali col­le­gati alla real­iz­zazione di cen­tri come La nos­tra casa e all’utilizzo che lo Sta­to fa di queste entrate: «Sui lavori fat­ti per alle­stire questo cen­tro si è paga­ta l’Iva. E se è vero, come dice l’Europa, che ques­ta tas­sa deve essere ver­sa­ta, lo Sta­to dovrebbe introitar­la da una parte e resti­tuir­la dall’altra: il servizio che viene reso qui sos­ti­tu­isce quel­lo che pro­prio lo Sta­to dovrebbe erog­a­re. Le tasse su opere come ques­ta, di pura car­ità, sono un furto».Un pen­siero che ha rac­colto i con­sen­si di tut­ti i pre­sen­ti: ospi­ti, par­en­ti e oper­a­tori de «La nos­tra casa» che nel tem­po è cresci­u­ta soprat­tut­to gra­zie al sosteg­no dei pri­vati, aziende o sin­goli cittadini.«Le spese che abbi­amo sostenu­to per real­iz­zare la strut­tura che oggi ci ospi­ta», han­no det­to, «sono state cop­erte per il 40 per cen­to da con­tribu­ti del­la Regione e dell’ Uni­cred­it; il rima­nente 60 è frut­to del­la gen­erosità del­la gente». Pri­ma del­la visi­ta alla strut­tura mon­sign­or Zen­ti ha con­fer­ma­to la vic­i­nan­za del­la dio­ce­si all’opera de La nos­tra casa.«Una casa di fratel­li e sorelle, che si dan­no una mano per vivere al meglio. Un luo­go dove si accoglie chi è in dif­fi­coltà, sen­za richiedere alcun tipo di “essera»

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