giovedì, Aprile 18, 2024
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Le critiche ci stanno, ma stiamo attenti a non farci del male. C’è il rischio di creare danni ad una azienda.

Le tensioni tra Catullo e Comune di Verona preoccupano i bresciani

«Le critiche ci stanno, ma stiamo attenti a non farci del male. C’è il rischio di creare danni ad una azienda i cui numeri dimostrano una realtà in buona salute, due aeroporti, il Catullo di Verona e il D’Annunzio di Montichiari, in crescita per volumi di traffico». Guido Galperti, membro del Consiglio di amministrazione dell’aeroporto Catullo di Verona in rappresentanza del capitale pubblico bresciano (Provincia e Camera di commercio), si fa portavoce delle preoccupazioni per le tensioni tra il Comune di Verona e la società aeroportuale. Il Comune scaligero ha bocciato sia il bilancio che la costituzione della «Gabriele D’Annunzio» spa e da un mese la tensione è alle stelle; il tintinnar di sciabole non fa pensare nulla di buono per il futuro. Preoccupato, consigliere Galperti? «Naturale che lo sia. Ogni iniziativa a questo punto è congelata con la conseguenza di perdere tempo prezioso». Guido Galperti ha meglio di ogni altra persona il polso della situazione all’interno della società aeroportuale. A lui sollecitiamo una pausa di riflessione per comprendere che cosa potrebbe accadere nelle prossime settimane. «I nostri programmi d’intervento – spiega il consigliere bresciano – dovranno prima attendere il recupero del consenso di Verona sul progetto di Montichiari. Il Catullo si è sempre distinto per l’unanimità con cui ha preso ogni decisione. Unanimità mai di facciata, condivisa su ogni singola operazione». Che cosa ha rotto questa unanimità? «Il Comune di Verona – risponde Galperti – nell’assemblea di fine maggio ha espresso voto contrario mi par di capire per il timore che Montichiari possa sfuggire al controllo dell’azionariato di riferimento veronese. Sono convinto invece che Montichiari sia una grande opportunità se si ragiona in termini di sistema aeroportuale del Garda». Timori infondati quindi? «Ricordo i motivi per cui si è deciso di costituire la Gabriele D’Annunzio Spa di Montichiari. Sostanzialmente tre: l’esigenza di reperire ulteriori risorse attraverso un partenr che portasse una dote finanziaria; la ricerca di un partner operativo e infine per fidelizzare i bresciani, farli sentire partecipi delle sorti dell’aeroporto. Questi i motivi, e non altri. Mi auguro che il chiarimento con il Comune di Verona avvenga in tempi brevi, altrimenti rischiamo un indebolimento oggettivo del progetto. Ritarderanno i tempi della costituzione della D’Annunzio spa? «Spero si possa concludere entro la metà del mese prossimo. Certo, in una situazione del genere capisco gli atteggiamenti di chi, come la Provincia di Brescia, è giustamente prudente rispetto a una esplosione di anti-brescianità che mi ha molto impressionato». E gli investimenti e la ricerca del futuro partner? «Congelati anch’essi, ed è comprensibile. Come si può andare avanti se prima non riallacciamo un rapporto importante con Verona; se ciò avvenisse rapidamente, rimediare al tempo perduto non sarebbe un problema». Niente alleanze già concordate? «Verona non vede con favore l’ingresso nella D’Annunzio dei bergamaschi di Orio al Serio che a loro volta hanno tra gli azionisti la Sea di Milano. Ma non c’è alcun accordo tra bresciani e bergamaschi. Ci sono stati dei contatti, nella misura in cui è normale averne o parlarne, ma nulla di più. L’unica verità è che i numeri mostrano come lo scalo di Montichiari porti benefici anche al Catullo, e non certo concorrenza. Ripeto un concetto a cui tengo: in questo momento – se non è un appello spedito da Galperti in riva all’Adige poco ci manca – stiamo danneggiando una società i cui numeri dimostrano una realtà in grande espansione, sia su Montichiari che su Verona. Cerchiamo di uscirne bene e presto se non vogliamo compromettere il futuro del progetto bresciano che ha tutte le carte in regola per affermarsi». William Geroldi ©

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