giovedì, Aprile 18, 2024
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Gestione del Garda si riapre la spinosa questione dei livelli. L’on. Chincherini: «Dal lago di norma esce più acqua di quella effettivamente utilizzata»

L’emergenza idrica sul Benaco

La siccità rende sempre più evidente la questione dei livelli del Garda. Un tema che è già stato affrontato dalla nuova Commissione per la regolamentazione dei livelli del lago, gestita dall’Autorità di bacino del Po, discutendo la complessa materia delle concessioni di acqua. In questa sede è emerso, a sorpresa, che in situazioni normali, dal Garda esce una quantità superiore alle necessità della Bassa pianura. I consorzi, gli agricoltori e la centrale elettrica ne utilizzano meno di quella effettivamente rilasciata (e misurata) alla diga di Salionze. «L’acqua ceduta non viene impiegata, o comunque non nel modo richiesto – ha dichiarato il parlamentare Umberto Chincarini, vice sindaco di Peschiera, località di cui è stato primo cittadino -. Un dato sorprendente, perchè sull’argomento ci sono tensioni. Soprattutto d’estate i comuni rivieraschi hanno grossi problemi per mantenere i livelli. Adesso scopriamo che l’acqua non viene usata da chi la chiede». In futuro occorrerà studiare i correttivi. Ma la lista completa dei fruitori non esiste. Si è infatti persa la traccia di molte sub concessioni. Una situazione paradossale, che deve far meditare sulla gestione dell’intero sistema (il Garda interconnesso all’Adige con la galleria di Mori, utilizzata in caso di piene, il Sarca, i tre laghetti di Mantova, il Po, il Mincio, gli impianti idroelettrici a Nord e a Sud, l’idrovia Fissero Tartaro). Il tutto soggetto al controllo e al parere di ben dieci enti diversi, anche se le disposizioni attuative della legge Bassanini hanno trasferito alle regioni Lombardia e Veneto le competenze in materia di demanio idrico e difesa del suolo. Alla riunione tecnica della commissione hanno partecipato anche i rappresentanti delle Provincie, della Regione Lombardia, il responsabile del Magistrato alle acque di Mantova, il direttore generale della Azienda gardesana servizi e il sindaco di Pozzolengo (Paolo Bellini), a nome dei comuni bresciani. C’è poi la questione del funzionamento del collettore nella zona di Peschiera e dell’impianto di depurazione che, dopo avere trattato i liquami dell’intero bacino, rilascia i reflui nel Mincio: «Talvolta le condutture imbarcano acqua già a un metro di altezza – ha detto Chincarini -. Dipende da un difetto di progettazione, risalente agli anni Settanta. Le conseguenze sono gravi, perché a sua volta non funziona il depuratore, che poi scarica nel canale Seriola e, da lì, nel fiume. Ne vien fuori acqua inquinata, non ripulita come dovrebbe. Al momento stiamo esaminando il caso, alla ricerca delle soluzioni definitive». A fine settembre la commissione aveva indicato in 90 centimetri sopra lo zero idrometrico il livello massimo autunnale, per evitare le piene del 2000. Un limite ufficiosamente in vigore da tempo, ma (spesso) disatteso. In ottobre, poi, è stato esaminato il nodo della pulizia dei porti. Come risaputo, il dragaggio tocca alla Regione, che lo effettua attraverso il Genio civile (braccio operativo). Invece, per quanto riguarda le corsie di avvicinamento dei natanti pubblici al molo, c’è difformità di vedute. Qualcuno sostiene che dovrebbe pensarci la Navigarda ma il direttore, l’ingegner Coppola, ha dichiarato di non essere a conoscenza di questo obbligo.

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