Comunità del Garda La «ricetta» di Frau al giudizio dei sindaci. «Il lago ha bisogno di una classe dirigente»
Lettera del nuovo presidente dell’Ente
«Come avvenne tanti anni fa, si tratta di pensare al futuro della regione gardesana, di intuirlo e costruirlo, di mettere le basi per la sua realizzazione, di far coagulare intorno ad esso una dirigenza politica, amministrativa, culturale». E’ uno dei passaggi più significativi della lettera-appello che Aventino Frau, all’indomani della sua elezione a presidente della Comunità del Garda, ha inviato ai settanta sindaci dell’area gardesana, individuando gli indirizzi del proprio mandato. Nell’agenda del presidente c’è già una serie di incontri con i sindaci gardesani che dovrebbero tenersi nei prossimi mesi. Il suo appello è quello di «decidere tutti insieme se essere una zona (il Garda) di confine, marginale per tutti, o acquisire e mantenere quella centralità che ci è data dalla comune identità storica e territoriale». Aventino Frau, già alla guida dell’ente comunitario negli anni Settanta, non si nasconde «le difficoltà determinate dai vasti mutamenti istituzionali e politici e dalla natura complessa dell’area gardesana, economicamente ricca ma anche piena di debolezze, con limiti istituzionali ma potenzialmente capace di grande crescita e di ordinato sviluppo». Per arrivare a questo punto di reincontro, aggiunge ancora il parlamentare bresciano, è necessario aggregare una classe dirigente politica ed amministratica «capace di rispondere alla domanda di civile evoluzione, di ordinato sviluppo, di tutela ambientale, di valorizzazione delle immense risorse che abbiamo il privilegio di custodire e potenziare». Del resto la Comunità del Garda ha sempre basato la sua propria identità «sulle comunità locali, sugli enti territoriali e le municipalità che la Costituzione riconosce come base dello Stato democratico, oltre che sulla storia come fondamento del nostro Paese». Come si ricorderà, fattosi da parte Pino Mongiello, la presidenza è stata conferita all’unanimità a Frau nel momento forse più drammatico per la sopravvivenza della Comunità del Garda, coinciso paradossalmente nell’anno del suo 50esimo compleanno. La delicata fase di transizione affidata a Frau verrà poi valutata tra un anno. Si deciderà allora se fare della comunità «uno strumento vivo», oppure «individuare altri modi per gestirla».