L’ultima fatica poetica di Mario Arduino, scrittore e giornalista, è stata presentata nella biblioteca comunale di Sirmione, sua città natale. «Per queste strade buie» (ed. Zanetti di Montichiari), a cura di Mirco Maltauro a sua volta poeta, raccoglie versi scritti da Arduino in tre decenni, molti dei quali ormai introvabili.Sessantaquattro poesie riportate in ordine cronologico, che aprono una finestra sulla Sirmione che fu e su quella che è oggi. Un raffronto che, a tratti, è amaro. Quella di Mario Arduino del resto è una poesia assai sensibile e delicata, come giustamente ha osservato Maltauro, «tanto da apparire semplice, lasciando dietro di sé uno strascico di malinconia».Una poesia, la sua, che non si discosta dalla realtà. Percepisce inoltre i cambiamenti, talvolta dolorosi e malinconici, della vita, dell’ambiente, della natura che stanno attorno a noi. Arduino, che ama come pochi la penisola sirmionese, anche perché vi ha sempre abitato sin dalla nascita, avverte un turbamento per questi cambiamenti, come le vecchie case, i pescatori, gli scorci che non ci sono più o che stanno scomparendo. Inoltre, Arduino, che è stato per due mandati sindaco di Sirmione ed attualmente ne è difensore civico, è rimasto sempre coerente alle proprie idee ed ai propri principii morali. Per questo, ha detto nel suo intervento Sabina Fadabini, «egli è l’ultimo poeta della Sirmione di un tempo che ha poco in comune con l’attuale». Il paese in cui i pescatori rammendavano le reti o ci si accontentava di un piatto di castagne è definitivamente scomparso. Lo fa rivivere la poesia. La serata ha visto poi la lettura di alcuni versi ad opera di Maria Rosa Ferrari, mentre Sabina Fadabini è intervenuta nelle vesti di critico. La raccolta è in vendita a 10 euro.