venerdì, Aprile 26, 2024
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Una mostra a Riva offre un’interessante panoramica delle antiche coltivazioni che hanno reso celebre il lago di Garda. L’esempio di recupero del Prà de la fam a Tignale pagato dalla Comunità montana

Limonaie, un tesoro a cielo aperto

Durante tutta l’estate, sui fianchi della montagna che scendono ripidi al lago, si vedono file di nudi pilastri spuntare dal verde del fogliame come rovine di templi. Colonnati e piazze sembrano resti lasciati da qualche razza che avesse qui il suo culto. Sono le piantagioni di limoni. Le limonaie, strutture caratteristiche del Garda bresciano, furono così descritte, durante il soggiorno a Gargnano, fra l’autunno del 1912 e la primavera del 1913, da David Herbert Lawrence, lo scrittore inglese che conobbe grande successo nel 1928 con il romanzo L’amante di Lady Chaterley. Prima di Lawrence le limonaie gardesane suggestionarono Goethe che annotò nel Viaggio in Italia (1786): «Passammo davanti a Limone i cui ‘giardini’, disposti a terrazze e piantati di limoni, hanno un ricco e bell’aspetto». E un celebre verso di Goethe – «Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?» – commenta la singolare mostra «Le mele d’oro sul Garda», allestita a cura di Fiorenza Tisi e aperta sino al 30 ottobre al Museo civico di Riva –Villino Campi. L’iniziativa è occasione per conoscere un aspetto tipico del paesaggio gardesano. Importanti e significativi esempi di limonaie – segnalati dalla mostra – sono quelle del Castèl di Limone, recentemente ristrutturata per iniziativa dell’Amministrazione comunale, del Prà de la fam, in riva al lago in territorio di Tignale, e quella di Giuseppe Gandossi a Gargnano. Ma anche altre strutture di limonaie offrono ancora l’idea di un grande patrimonio, fra cui quelle di Villa Feltrinelli (oggi hotel a cinque stelle) di Gargnano dimora della famiglia Mussolini durante la Repubblica di Salò. E fra le strutture in disuso, ma ancora integre architettonicamente si può ammirare quella di Fasano Alta di Gardone Riviera, purtroppo deturpata da una piscina. Il più significativo e risalente restauro di una limonaia è costituito da quella del Pra’ de la Fam, di notevole interesse monumentale, valorizzata anche a fini didattico-museali. È stato il primo esempio realizzato dalla Comunità Montana che nel 1985 iniziò i lavori di salvaguardia delle tre terrazze inferiori del Giardino Nuovo e provvide al ripristino degli elementi fissi di copertura e alla ricostruzione – su modello di quelli antichi – dei serramenti del fronte solare. Vennero poi poste a dimora 80 piante di agrumi (nella maggioranza limoni, con qualche esemplare di mandarino e bergamotto), disposte secondo il tradizionale impianto, sorrette dalla storica incastellatura lignea. La vasta serra, ubicata in riva al lago, a monte della strada Gardesana occidentale, tra strapiombi rocciosi, in stretta connessione con esemplari secolari di cipresso in gruppo, è di notevole interesse paesistico-architettonico. L’Amministrazione comunale di Limone ha poi provveduto recentemente a recuperare la limonaia del Castel situata nel centro storico, in splendida posizione. È uno dei più antichi e caratteristici giardini d’agrumi del Garda, dove tipologia e architettura sono ben conservati. Di origine settecentesca, documentata nel catasto napoleonico del 1817, venne acquistata dall’Amministrazione comunale nel 1995 con l’intento di tutelare e valorizzare il patrimonio di cultura del lavoro dell’uomo che ha trasformato e caratterizzato il paesaggio della Riviera.

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