venerdì, Aprile 19, 2024
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L’emergenza maltempo. Buone notizie dopo le ricerche sotto 5.000 metri cubi di terra

Limone, frana senza vittime

La frana caduta a Limone non ha fatto vittime. Sotto i massi, la terra e i rami che hanno letteralmente trascinato nel lago la Gardesana occidentale non sarebbe rimasta alcuna persona. Fin da sabato sera, subito dopo i primi interventi, la testimonianza di due automobilisti di Riva, passati pochi istanti prima che la parete cedesse aveva tranquillizzato i soccorritori. Le due persone di Riva, due clienti del sindaco di Riva, avevano da subito avvisato le autorità e i soccorritori di quanto successo sulla Gardesana. «Abbiamo visto scendere un pezzo di montagna, ma la strada era libera. Non c’era nessuno» avevano dichiarato i due ai Volontari del Garda, i primi ad arrivare sul luogo della frana. L’ulteriore conferma è venuta ieri, quando le unità cinofile dei carabinieri della provincia di Bergamo e Lecco hanno concluso il loro lavoro. Per tutta la mattinata i cani cerca persone hanno annusato e raspato tra sassi e terriccio, ma senza fiutare nulla. Nel primo pomeriggio i cani sono rientrati alla base. A rassicurare ulteriormente sullo scampato pericolo contribuisce anche il fatto che in zona non è stata presentata alcuna denuncia di scomparsa: nessuno manca da casa, tutti sono rientrati regolarmente. Nella notte c’erano stati momenti di paura per la segnalazione, giunta da Tremosine, del mancato rientro a casa di una persona, ma si trattava di un semplice ritardo e la frana non c’entrava nulla. Tutto lascia supporre che la frana non abbia fatto vittime, ma le forze dell’ordine preferiscono non sbilanciarsi e temporeggiare dichiarando che appare «molto remota» la possibilità che tutti quei metri cubi di terra e sassi abbiano stroncato qualche vita umana. L’unica vera vittima accertata della frana è la strada. La Gardesana occidentale è chiusa dalle 22,45 di sabato sera. Un tratto di strada, all’altezza del chilometro 102, quello subito a ridosso del tunnel artificiale paramassi, è scivolato nel lago. Sulla Gardesana sono franati su un fronte di circa sessanta metri almeno 5000 metri cubi (questa la prima stima) di terra e massi e altrettanto materiale incombe in parete, pronto a franare da un momento all’altro. Proprio questa eventualità ha fatto lavorare ieri in situazione di estrema emergenza, con l’attenzione e la concentrazione a mille. Il materiale franato – lo definiscono i tecnici – è ancora molto instabile: piovono pietre e questo continuo flagello ha reso difficoltoso il lavoro dei cani. Il primo intervento consiste, dunque, nel rendere più stabile la frana. Già ieri pomeriggio si sono arrampicati sulla parete i rocciatori dell’Anas. Il loro compito è quello di «spianare» la strada per gli escavatori. Lavorando con piccole cariche di dinamite i rocciatori frantumeranno i massi più grossi, quelli che sono in bilico e rischiano di franare da un momento all’altro. I rocciatori effettueranno alcuni sopralluoghi sulla cersta della montagna da cui si è staccata la frana, per studiare la situazione e preventivare altri eventuali pericoli. Finita questa prima fase di preparazione, la strada potrà essere ripulita. I lavori non saranno brevi. La situazione è grave, ma non grave come nel febbraio dell’anno scorso quando una frana uccise un pensionato trentino di Arco, che passava sulla Gardesana con il suo Ape car, e Limone rimase completamente irraggiungibile dalla sponda bresciana. La strada rimase chiusa per lungo tempo, con grosse dififcoltà per i trasporti e enormi difficoltà per pendolari e studneti.

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