venerdì, Aprile 19, 2024
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Ottone II ha assegnato alla comunità il privilegio dell’autonomia e il documento è stato esposto al pubblico. Rievocazione storica e nelle strade artigiani di vecchi mestieri

L’imperatore porta il diploma

Inframezzato fra acquazzoni e schiarite con qualche «spruzzata» di sole, Ottone II è comparso sul suo destriero attraversando porta San Zeno, la porta ad est della città, la prima che si incontra provenendo da Verona. Ed era proprio da Verona che Ottone proveniva, nel lontano 983, appena lasciata la Dieta di Verona, per consegnare alla comunità di Lazise il suo privilegio, ovvero il «diploma» di autonomia e di imposizione della tassa di pratico e di pesca. Ad accompagnare l’imperatore germanico gli armigeri, le damigelle, i falconieri, la corte imperiale, rigorosamente in costume d’epoca. Costumi curati e realizzati dalla signora Elettra Guidi per conto della Compagnia del Sipario Medievale di Verona. E dopo l’ampio giro fra le calli e le viuzze della città murata, finalmente, Ottone II è giunto nella piazza principale, di fronte alla casa comunale, dove ad attenderlo c’erano il sindaco Luca Sebastiano e la Giunta municipale. L’araldo ha letto e commentato lo storico «diploma» sottolineato da un grandioso battimani. Al borgomastro della città di Lazise hanno reso gli onori i falconieri della città bavarese di Rosenheim, da oltre 25 anni gemellata con Lazise. Splendidi gli esemplari dei falchi al seguito, con un’aquila reale meravigliosa e di grande effetto scenico. E anche la delegazione tedesca era rigorosamente vestita in «abito» altomedievale. Nel pomeriggio, grazie alla licenza di Giove pluvio, è apparso il sole e quindi è ripartito il corteo nel centro, fra il porto ed il lungolago. Ad aprire il lungo corteo, con oltre un centinaio di dignitari, damigelle e musici, gli sbandieratori di Arquà Polesine nelle sfavillanti divise giallo-azzurre. Seguivano i Signori di Rivalta da Castelnuovo Don Bosco, in provincia di Asti, i musici del Consortio musicorum di Vicenza, i falconieri di Rosenheim. Soste fra la grande folla, sul lungolago e nella piazza Vittorio Emanuele, con esibizioni di sbandieratori e di combattimenti alla spada. Grande interesse ha suscitato, fra il numeroso pubblico, la presenza degli artigiani ed artisti, in costume storico, dislocati fra la dogana Veneta, il porto e il lungolago, i quali, lavorando sul posto, hanno proposto antichi e tradizionali mestieri. Dal vasaio, ai cordari, dal maniscalco all’amanuense, al pellettiere, all’arrotino. Un vero e proprio tuffo nel passato, un passato assai nobile per Lazise e per gli originari che hanno di fatto formato la «nuova società» urbana lacisiense. Una sottolineatura importante, più volte rimarcata, dal professor Giulio Rama, nella serata di presentazione dell’antico diploma ottoniano. A San Nicolò al Porto, la chiesetta della confraternità che fu degli Originari e dei Disciplini, «cuore» civile delle pulsioni lacisiensi, Rama ha tracciato, oltre che l’avvento storico delle presenze di Ottone a Lazise, anche l’importanza che il diploma ha rappresentato, e che ancora rappresenta, per la storia italiana. «È la prima volta che un imperatore», ha spiegato Rama «concede libertà feudali ad una comunità di eguali e non ad un singolo signore. Siamo quindi in presenza di una vera e propria svolta politica nella gestione dell’impero: non più la giustizia in mano ad uno solo , ma a 18 originari». La relazione del professor Rama si è conclusa con la visione al pubblico degli antichi dipinti, rigorosamente vergati da inchiostro su cartapecora, muniti degli antichi sigilli. È stato possibile inoltre visionarli da vicino e perfino toccarli dal vivo. È stata la prima volta in assoluto che gli antichi documenti vengono trasportati dalla sede municipale alla chiesa di San Nicolò. Soddisfazione e compiacimento da parte del pubblico che ha seguito con silenziosa attenzione la «lezione» del professore ed ha rivissuto i momenti più importanti della storia antica di Lazise.

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