venerdì, Marzo 29, 2024
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Sopravvivono le attività storiche perchè hanno esperienza e clienti fedel. I facili guadagni non esistono Per stare sul mercato servono passione, senso di sacrificio e prodotti originali

L’improvvisazione non paga più

 Aprono come funghi poi, tempo una stagione, scompaiono. In centro storico sono numerose le vetrine rimaste vuote con insegne in disuso ad indicare che lì, una volta c’era un’attività. Sarà la crisi ad aver falcidiato i negozi o sarà che il commercio è un’arte e non si può improvvisare? A ben vedere infatti sopravvivono gli esercizi storici di Riva.
 Attività che vantano una tradizione – in alcuni casi addirittura centenaria – e che si distinguono tra le tante per il modo di coccolare il cliente. «Non ci si può improvvisare commercianti – racconta la famiglia Lorenzi, che da quarant’anni gestisce l’omonimo punto vendita di articoli da regalo in viale Dante – bisogna avere esperienza, essere pazienti e disponibili. L’impegno è tanto, da marzo a settembre si lavora sette giorni su sette, poi bisogna ricercare continuamente il prodotto nuovo ed originale». Secondo Stefano Malacarne, figlio d’arte (infatti da alcuni anni gestisce il negozio in via Disciplini, che è stato del padre e prima ancora dei nonni), i negozi che aprono e chiudono in fretta non conoscono il mercato e sperano nel guadagno facile. «Spesso sono persone che hanno lavorato come commessi e che credono che il guadagno in cassa sia l’utile netto. Poi quando si mettono in proprio devono fare i conti con le spese di gestione e non ci stanno più dentro». Anche gli affitti salati non aiutano a sopravvivere. «Chi ha comprato i muri – ritiene Gianfranco Spisani titolare della gioielleria Armani, storico esercizio aperto negli anni Trenta sotto la torre Apponale – oggi si salva, diversamente è difficile resistere. Noi continuiamo l’attività perchè abbiamo clienti fidelizzati, anche se gli affari si sono drasticamente ridotti a causa della crisi. Anche gli stranieri, soprattutto tedeschi, belgi ed inglesi, che un tempo ci hanno aiutato a crescere, non fanno più acquisti se non sporadicamente». E poi ci sono burocrazia, troppa, e pressione fiscale a far fallire chi comincia ex novo. «Aprire da soli oggi – dice Vittorio Ferraglia che ha ereditato il negozio di souvenir Bresciani dal 1919 in piazza Garibaldi – è impensabile. Le attività storiche fino ad ora hanno vissuto di rendita ma con la crisi adesso è dura anche per noi. Dovremo essere sostenuti: la città alla sera è morta, i negozi a parte il mio e pochi altri, sono chiusi. Non ci sono divertimenti e questo allontana i turisti e non aiuta il commercio». I negozianti storici di Riva ci mettono il cuore, come la signora Wilma Pelkan in Danti che lavora da oltre sessant’anni nell’omonimo punto vendita che si trova provvisoriamente in viale San Francesco e che fu del marit

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