venerdì, Aprile 19, 2024
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Primo passo contro la chiusura del centro ortopedico e riabilitativo prevista entro giugno 2004 E ad ottobre Venezia deciderà a chi affidare la gestione della struttura

L’Inail comprerà l’ospedale

«Entro la fine dell’anno l’Inail acquisterà dalla Regione Veneto l’ospedale di Malcesine». La conferma arriva da Antonio Napolitano, direttore generale del patrimonio dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni del lavoro. Preferisce però non parlare di cifre il dirigente romano, raggiunto telefonicamente durante il suo primo giorno di ferie. «Al massimo posso dare dei numeri da giocare al lotto, ma definire adesso con certezza il costo dell’intera operazione è abbastanza difficile», risponde scherzosamente. L’intervento prevede l’acquisto dalla Regione dell’ospedale dell’alto lago e, dopo opportuna ristrutturazione, sempre a carico dell’Inail, la cessione in affitto alla stessa Ulss 22 o a un consorzio misto privato-pubblico. Si materializza così la proposta avanzata dal sottosegretario Aldo Brancher (eletto nel collegio Garda-Baldo) lo scorso febbraio durante un’affollata conferenza svoltasi in municipio a Malcesine. In quella sede il vice ministro per le Riforme istituzionali e la Devoluzione rivelò la sua intenzione di coinvolgere l’Inail per salvare l’ospedale di Val di Sogno, secondo le schede ospedaliere regionali destinato a chiudere i battenti il 30 giugno 2004. Una mossa a sorpresa, inaspettata e secondo alcuni più facile da prospettare a parole che attuare. «Non è stato certo facile ma ormai tutto dovrebbe andare in porto», afferma con la consueta prudenza e forse un po’ stupito per la fuga di notizie l’onorevole Brancher, in ferie nel Bellunese. Avrebbe preferito dare conto dell’operazione a cose già fatte, quasi a scongiurare eventuali intoppi di percorso. «Adesso decisivo sarà l’incontro a Roma fissato per i primi d’ottobre tra i rappresentanti del ministero della sanità, dell’Inail e Franco Toniolo, segretario del dipartimento regionale della sanità veneta», conclude Brancher. In quella sede si provvederà a stimare la spesa per l’acquisto dell’immobile, riprende il filo delle cifre Napolitano, attento a glissare sul conto esatto; si parla di 25 milioni di euro per l’acquisto e di sette per la ristrutturazione. «Beh, non so se ce ne vorranno 25 o 24 per l’acquisto né se saranno sei o sette per la ristrutturazione. Posso però assicurare che l’operazione si farà». «Siamo effettivamente a buon punto», conferma l’assessore veneto alla sanità Fabio Gava. «C’è già un accordo sul valore dell’immobile e sulla spesa di ristrutturazione. Attenzione però a non confondere l’aspetto finanziario dell’operazione con il piano sanitario che riguarda l’utilizzo dell’ospedale di Malcesine. Qui è ancora tutto da decidere. Non sappiamo ancora se l’Inail è intenzionato o meno all’utilizzo diretto della struttura. Se non lo fosse, si apre tutta una serie di ipotesi, sempre collegata alla programmazione regionale». Ma a Malcesine è prevista la chiusura nel giugno del 2004. «Un momento, andiamo calmi. L’acquisto e ristrutturazione dell’ospedale da parte dell’Inail permettono alla Regione d’incamerare delle risorse importanti e, in secondo luogo, di avere in affitto un edificio completamente nuovo. La possibilità quindi di riutilizzare un immobile completamente a norma secondo standard all’avanguardia. In questo modo parte dell’ospedale potrebbe essere data in gestione a privati e con i soldi incassati la Regione pagherebbe l’affitto all’Inail, oltre a mantenere la struttura e i servizi esistenti, vale a dire riabilitazione e i poliambulatori». E ortopedia? «È ovvio che la riabilitazione ha bisogno dell’ortopedia. Non è detto però che sia necessario tenerla nello stesso ospedale: potrebbe ad esempio essere all’interno di un ospedale della stessa Ulss, oppure anche a Malcesine ma affidata ad una clinica privata che paga l’affitto. È tutto da valutare e vedere con calma». Intanto in questo clima d’incertezza non manca tra il personale medico chi è attirato dalle sirene delle case di cura private. Il rischio è che i migliori se ne vadano, spogliando il centro di Val di Sogno dei suoi migliori professionisti. «Ho deciso di rimanere», afferma il dottor Millo Martini, «ma non nego di essere stato tentato di abbandonare tutto e di trasferirmi in una clinica in città. Le proposte erano davvero allettanti. So di colleghi che invece non si fermeranno a Malcesine». Per adesso niente nomi, ma la tendenza è preoccupante. La speranza è che l’Inail diventi il primo passo decisivo per salvare l’ospedale di Malcesine.

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