giovedì, Aprile 18, 2024
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L’ente affitterebbe il Val di Sogno all’Ulss 22 per la gestione. L’istituto nazionale si dice «pronto all’acquisto»

L’Inail salva l’ospedale

Non solo parole. L’àncora di salvezza per l’ospedale dell’alto lago, proposta nel corso dell’affollata assemblea pubblica del febbraio scorso dal sottosegretario Aldo Brancher, sembra proprio aver attecchito nei palazzi della regione. Ma non solo. L’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, ha «riconfermato l’interesse concreto e immediato all’acquisto del nosocomio di Val di Sogno nonché a un sostanzioso e radicale intervento di ristrutturazione del compendio immobiliare per una sua destinazione definitiva a fini prevalentemente riabilitativi». A darne notizia, con un comunicato stampa giunto a L’Arena alla vigilia della festa della Liberazione (pura casualità?) è il direttore generale dell’Ulss 22, Renato Piccoli. Una notizia rassicurante per il futuro del centro d’eccellenza benacense (secondo le schede ospedaliere licenziate dalla Giunta regionale Galan è destinato a chiudere i battenti il 30 giugno del 2004) che arriva a pochi giorni dall’annunciata nuova mobilitazione generale dei poliomielitici prevista per il primo maggio con il blocco della strada Gardesana per cinque ore a partire dalle 10 di mattina. Una mossa, verrebbe da pensare, senza per questo passare da inguaribili maliziosi, per scongiurare un’eclatante manifestazione che rischia di mettere in ginocchio la viabilità lungo la trafficata arteria della Riviera degli Olivi. Pensiero avallato dall’ultimo capoverso del comunicato («si confida in una riconsiderazione delle azioni programmate») che in modo analitico fa il punto sulle prospettive dell’ospedale di Malcesine. Analisi sviluppata e concordata a Venezia in un incontro che ha visto attorno a un tavolo «i più alti dirigenti della sanità regionale e il direttore generale dell’Ulss 22». «Poiché l’Inail non ha facoltà di gestione diretta l’ospedale dovrebbe ritornare in affitto all’Ulss 22 (per una cifra ragionevolmente contenuta) che nell’ambito di un progetto di sperimentazione gestionale, con la partecipazione minoritaria di Onlus o privati, avrà il compito di assicurare la continuazione delle attività riabilitative e territoriale». In altre parole l’ospedale garantirebbe «tutti i servizi poliambulatoriali e distrettuali attualmente in atto, un punto di primo intervento, potenziabile in estate, attività di Day Hospital e Day Surgery oltre i servizi di riabilitazione in favore degli affetti da esiti di poliomielite». E i tempi di attuazione? «Piuttosto lunghi per vie delle procedure burocratiche per addivenire alla definizione e stipula di convenzioni e accordi pure già avviate», prosegue il comunicato, che ribadisce la «concreta volontà di mantenere e continuare nella forma più appropriata compatibile con la programmazione regionale l’attività riabilitativa attualmente in essere». Abbastanza freddo di fronte a queste ultime novità si mostra Roberto Bassi, presidente dell’Associazione interregionale disabili motori (Aidm). «Abbiamo già avuto un colloquio a Villa Spinola con il direttore generale Renato Piccoli e in quella sede gli abbiamo confermato le nostre perplessità per un progetto che cancella di sana pianta il reparto di chirurgia, settore che fa gola per ovvi motivi economici a molte strutture sanitarie private. Chirurgia e ortopedia sono inscindibili e devono rimanere a Malcesine». Per quel che riguarda le iniziative di protesta programmate (per tutta la giornata di ieri è continuato il presidio dei poliomielitici all’ingresso dell’ospedale) l’Aidm non ha nessuna intenzione di fermarsi. A meno che non intervenga Galan. «Siamo disponibili a rinunciare al blocco stradale del primo maggio solo se saremo ricevuti dal presidente della Regione», chiude senza tentennamenti Roberto Bassi.

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