venerdì, Aprile 26, 2024
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Siccità prolungata e prelievi mantovani tra le cause. Riunione urgente convocata da Frau. Benaco a quota 66 centimetri, ben 33 in meno dell’anno scorso

Livello del lago troppo basso

L’assenza di precipitazioni piovose e la perdurante siccità innalza la soglia d’allarme per il lago. Ieri il livello del Benaco era a quota 63 centimetri sopra lo zero idrometrico di Peschiera, ben 33 centimetri in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A questo quadro poco rassicurante si deve aggiungere la sete dei mantovani che da venerdì hanno raddoppiato il prelievo d’acqua dal più grande lago d’Italia. Dalla diga di Salionze, l’edificio regolatore del Benaco costruito nel 1950 in località Valsecca nel territorio del Comune di Ponti, fuoriescono infatti 48 metri cubi d’acqua al secondo per irrigare i campi in terra virgiliana. Numeri che destano preoccupazione aggravata dalla mancanza di riserve di neve sulla montagna e dal fatto che non piove ormai da tempo.Per dare un’idea ancora più calzante è sufficiente ricordare che nel 2002, l’anno contrassegnato dalla grave crisi idrica, il lago di Garda in questo stesso periodo viaggiava a più 60 centimetri sopra la colonnina posta nelle acque di Peschiera mentre la fuoriuscita dal manufatto di Salionze era di solo 10 metri cubi d’acqua al secondo. A fronte di questa grave situazione idrica del Benaco, peraltro interessa tutta l’Italia, il presidente della Comunità del Garda Aventino Frau ha convocato un incontro tecnico-operativo per venerdì 27 aprile nella sede della Comunità a Gardone Riviera: appuntamento volto non solo a definire collegialmente le più idonee iniziative per fronteggiare l’emergenza attuale, ma anche al fine di porre concretamente in essere progetti strutturali per il futuro. Attorno allo stesso tavolo siederanno i soggetti interessati di monte, valle e rivieraschi (Provincia Autonoma di Trento, Autorità di Bacino del Po, Agenzia interregionale per il Fiume Po, sindaci rivieraschi, Consorzio del Mincio), allo scopo di trovare soluzioni condivise e realizzabili.«Gli usi plurimi delle acque (umani, agricoli, idroelettrici ed industriali, turistici), senza perdere di vista i fondamentali aspetti qualitativi e l’ecosistema in generale, necessitano di una radicale riconsiderazione e di una moderna revisione, con il fondamentale impegno di interventi infrastrutturali, soprattutto per il settore agricolo», si legge in un nota diramata dalla Comunità del Garda.È necessario, secondo l’organismo interregionale presieduto da Frau, un nuovo e moderno approccio tecnico e politico al problema che sappia fare i conti con situazioni climatiche, bisogni, interessi, priorità, sensibilità, mutata situazione del territorio, incremento delle presenze antropiche, domanda e offerta turistiche: situazioni che non corrispondono ai parametri di 30-40 anni fa, allorché fu delineato l’attuale modello gestionale della risorsa idrica.

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