Dopo il veto a una commissione di inchiesta sulla vicenda che ha suscitato molte polemiche ecco la storia di un’idea contrastata
L’ombra della lite legalesul progetto per il porto
La commissione d’inchiesta è stata bocciata ma non per questo le carte dell’intricata vicenda tra Garda Navigando, società controllata da Sviluppo Italia, e l’amministrazione Meschi sono rimaste segrete. Che potrebbe finire in una lite legale. Con una lettera dell’ottobre scorso la società controllata da Sviluppo Italia, dopo aver bollato la condotta del Comune «dilatoria e non coerente», annuncia infatti la richiesta di risarcimento danni.Come promesso in Consiglio il primo cittadino ha tirato fuori dal cassetto l’intero carteggio e lo ha messo a disposizione di tutti: consiglieri comunali e semplici cittadini. Una mossa in risposta alla richiesta degli otto rappresentanti del «Gruppo Misto» e di «Vince la Gente» d’istituire una commissione d’inchiesta sul comportamento tenuto dallo stesso sindaco e dall’assessore Giovanni Pozzani in merito all’istanza di concessione demaniale presentata dal Garda Navigando, nel giugno del 2006, per la realizzazione e gestione di un porto turistico.«Non servono commissioni», aveva provato a mediare il vicesindaco Adelino Avanzini nel corso della tesa discussione consiliare. «Ma è più opportuno conoscere tutti gli atti che sono intercorsi. Se poi eventualmente trasparirà qualcosa che meriterà un approfondimento, si andrà a nominare una commissione di inchiesta». Quello che si evince subito da una lettura della carte e come già il 5 ottobre 2004, a soli quattro mesi dal suo insediamento, sulla scrivania del sindaco fosse già arrivata da Garda Navigando «la proposta di studio di fattibilità per infrastruttura portuale a Bardolino».Uno studio «senza nessun costo per l’amministrazione comunale» e per questo autorizzato in novembre dalla stessa giunta. Poi per più di un anno nessuna comunicazione scritta fino al giugno del 2006 quando in municipio viene protocollata da Garda Navigando l’istanza di concessione demaniale trentennale per la realizzazione e gestione del porto turistico.In allegato il progetto preliminare della marina in grado d’ospitare circa 370 imbarcazioni. Ma a stoppare la fuga in avanti di Garda Navigando ci pensa lo stesso sindaco che ricorda all’amministratore unico della società controllata da Sviluppo Italia come l’istanza non possa essere accolta in quanto la zona non è prevista «dagli strumenti urbanistici vigenti come area portuale».Da ricordare che in precedenza, in febbraio, il primo cittadino accompagnato dall’assessore Pozzani si era recato a Roma negli uffici di Italia Navigando. Cosa sia emerso in quell’incontro non si sa anche se poi, nel gennaio del 2007, in un documento inviato dalla stessa Garda Navigando al sindaco si sottolinea come anche in quella sede siano state avanzate ulteriori richieste del Comune a dimostrazione di un effettivo interesse verso la costruzione di un nuovo porto nel centro lacustre.A seguito dei colloqui e degli incontri tra Meschi, esponenti dell’amministrazione comunale e Garda Navigando è stato «concordato di predisporre specifica istanza di concessione demaniale». Tutto ciò mentre in Consiglio il sindaco, più volte interpellato dalla minoranza, aveva sostenuto che nessuna decisione era stata presa sulla costruzione o meno di un porto a Bardolino. Questione che con passare dei mesi diventa sempre più intricata con Garda Navigando che si sente tradita dal cambio di rotta: «Prendiamo atto che il Comune di Bardolino, contrariamente a quanto a noi in questi anni manifestato, non ha ora più alcun interesse alla realizzazione di un porto turistico». Quindi la lettera di ottobre, con la possibile richiesta di danni.
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