venerdì, Marzo 29, 2024
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Due avvistamenti in sei giorni. I cacciatori sono sicuri di aver visto un giovane esemplare nella valle di Novezza, un alpinista lo ha avvistato presso il rifugio Telegrafo

L’orso ricompare sul Monte Baldo

Segni particolari? Un’enorme macchia bianca visibile sul pelo della spalla sinistra: i crinali e le radure del Monte Baldo sono diventati i luoghi di vagabondaggio prediletti di un cucciolo d’orso che, una ventina di giorni fa, avrebbe abbandonato gli abituali percorsi del parco dell’Adamello per spingersi fino alle montagne veronesi. La presenza del piccolo plantigrado – 80-90 chili indicativi di stazza per un anno e mezzo di età – sarebbe testimoniata (in attesa di conferme ufficiali) dalle segnalazioni – avvenute in due giornate differenti e in due punti distinti del massiccio – effettuate prima al Corpo forestale, comando di Brenzone, e poi alle guardie venatorie della Provincia.Il primo incontro ravvicinato si sarebbe verificato il 20 giugno scorso nella vallata di Novezza, nella zona di malga Lonza, Comune di Ferrara di Monte Baldo. Il secondo avvistamento, sei giorni più tardi, avrebbe invece avuto luogo lungo il sentiero che collega malga Zovello al rifugio Telegrafo, sopra Malcesine, in località Valloare. E in questo caso il testimone oculare, un giovane appassionato di trekking solito percorrere i sentieri che portano al Telegrafo, avrebbe pure cercato di immortalare l’animale con l’aiuto del telefonino. Il risultato, anche a causa del comprensibile stato di ansia, sarebbe però risultato infelice e, a detta dei responsabili del Comando della Forestale, assolutamente insufficiente a confermare l’ipotesi.Che però troverebbe autorevolissimo riscontro nelle parole di Roberto Furlani, cacciatore nonché titolare del ristorante «Al Cacciatore» di Ferrara di Monte Baldo, che all’alba del 20 giugno, ore 5,30, era appostato con un amico dietro un muretto di malga Lonza, entrambe impegnati in una battuta di «caccia in selezione» ai camosci. «All’improvviso ci siamo accorti che da una riservetta (cioé da una macchia di alberi nata per proteggere il bestiame al pascolo da temporali improvvisi) usciva un animale decisamente anomalo per la zona. L’esemplare percorreva tranquillo circa 500 metri per poi scomparire oltre un crinale», racconta Furlani. «Mentre ci passava a non più di 150, 200 metri ho guardato negli occhi il mio amico e, dopo aver messo a fuoco i nostri binocoli lunghi sull’obiettivo, abbiamo convenuto che si trattava proprio di un orso».Furlani ha presto messo da parte lo stupore per osservare con maggiore attenzione il ciondolante plantigrado e non ha potuto fare a meno di annotarsi «la grossa macchia bianca che aveva sulla spalla».Stando all’uomo, dopo i contatti avuti con il Servizio faunistico della Provincia di Trento, «potrebbe trattarsi del cucciolo di Yurka», uno degli orsi trasferiti alcuni anni fa dalla Slovenia alla valle di Tovel per ripopolare i boschi del Trentino. Lo stesso cucciolo che sarebbe stato fotografato il 14 giugno nel territorio del Parco dell’Adamello, a circa cento chilometri di distanza dal luogo dell’avvistamento.Gli uomini della Forestale e le guardie venatorie hanno comunque recuperato e fatto avere agli esperti di Trento i campioni di «fatte» (più comunemente escrementi) prelevate nelle zone delle segnalazioni e presumibilmente attribuibili al plantigrado. «I campioni sono stati indirizzati all’Istituto nazionale di fauna selvatica di Bologna», fanno sapere proprio da Trento, «visto che sono loro ad occuparsi delle analisi genetiche di questo tipo». E a giorni si dovrebbe conoscere il Dna dell’animale.Furlani sembra avere pochi dubbi in proposito («peccato non aver avuto la mia fotocamera per immortalare il momento»). Più cauto Claudio Groff, responsabile del Servizio faunistico della Provincia di Trento: «Che si tratti di un orso, anche soprattutto di quelli che normalmente vivono nel Parco dell’Adamello, è plausibile. Come è plausibile che, nel caso, si tratti di un maschio, naturalmente portato a girovagare. Attenzione però a dare certezze. Anche la presunta macchia bianca», avverte Groff, «potrebbe essere il frutto di un riflesso di luce sul pelo».E se l’animale dovesse essere acchiappato? Nessuna misura particolare. «Dovesse rientrare in Trentino, entro i confini di nostra competenza, non lo accompagneremo verso l’Adamello. Né gli applicheremo radiocollari o altri strumenti per monitorarne i percorsi. Sono accorgimenti che adottiamo solo se l’animale si è dimostrato poco controllabile…».Si rallegra il sindaco di Ferrara di Monte Baldo, Paolo Rossi: «Sapere che viviamo in un territorio abitato da animali come gli orsi», dice, «non può che farmi piacere. Chissà che non si favorisca l’idea della creazione del Parco del Baldo, che da sempre sostengo».

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