venerdì, Aprile 19, 2024
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Le ruspe al lavoro in una zona paesaggisticamente pregiata dopo un lungo e contestato iter. Primi lavori di sbancamento vicino all’Abbazia e torna la battaglia

«Maguzzano non si tocca»

Ville ai piedi dell’antica abbazia benedettina di Maguzzano? L’opera Don Calabria che nel 1938 ha creato qui una casa di spiritualità ed un importante centro ecumenico e di dialogo interreligioso, non le vuole. L’immobiliare, dopo un tortuoso percorso durato anni, ha deciso di avviare i lavori preparatori del cantiere. Si possono vedere dalla strada che da Lonato porta al lido le ruspe impegnate a “scorticare” il terreno e procedere agli scavi per le fondamenta. L’intera operazione è sempre stato oggetto di polemiche da parte dei residenti contrari a nuove colate di cemento nella bella conca di Maguzzano. «Noi chiediamo che venga rispettato il vincolo privatistico che impone la non edificabilità dell’area in oggetto – spiega un responsabile dell’abbazia -. Il vincolo era contenuto nell’atto di vendita benedettino. Chiediamo il rispetto dell’ambiente circostante l’abbazia. Intendiamo tutelarci affinchè ciò avvenga senza strumentalizzazioni». Avete già avviato procedure legali? «No. Stiamo ad osservare come procedono le cose. Per ora i lavori riguardano solo la superficie del terreno. Se dovessero iniziare le costruzioni, ci muoveremo in tutte le sedi opportune. Nell’atto di vendita si parla di ’salvo diritto di terzi’. L’abbazia rappresenta i terzi». L’autorizzazione a realizzare queste sette case a poche centinaia di metri dal grande chiostro del tempio risale alla precedente amministrazione guidata da Morando Perini. «Mettemmo una serie di restrizioni – spiega l’ex sindaco – come il divieto alla realizzazione della piscina, proprio per fare riflettere il committente sulla delicatezza dell’opera. Nonostante ciò, la proprietà andò avanti e il piano venne adottato dal commissario regionale con valenza di licenza edilizia. Seguì un periodo aperto alle osservazioni di carattere ambientale, ma mi sembra di ricordare che non ne pervennero. Il piano andò in consiglio comunale per l’approvazione definitiva. So dell’esistenza di questo vincolo privatistico, ma appare evidente che è da inquadrare in una questione di tipo civilistico. La storia rilancia la bontà del progetto, portato avanti dal centrosinistra, di un parco sovraccomunale che ponga paletti e stop all’edificazione selvaggia e alle pseudo-case rurali. La nuova giunta ha preferito buttare alle ortiche tutto questo lavoro e quindi ha aperto alle situazioni a rischio, come quella dell’abbazia». La tutela dell’ambiente non è estranea al percorso della preghiera e della solidarietà. Basta un colpo d’occhio per essere inebriati dallo splendido panorama del lago di Garda e dalla grande armonia che regna nel chiostro dell’edificio, che domina una delle ultime aree non ancora divorate dalle seconde e terze case.

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