giovedì, Marzo 28, 2024
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I dati delle analisi rivelano sostanze fecali in eccesso Bassi: «Mai registrati valori del genere in 19 anni»

Male l’acqua del Mincio: «Non è balneabile». I prelievi tra Salionze e Borghetto eseguiti nell’ambito del progetto con la scuola

Male per un verso, un po’ meglio per un altro. È questo lo stato di salute del Mincio che emerge dai risultati delle analisi effettuate per la prima volta il 21 aprile scorso anche a Valeggio, all’interno del “Progetto Mincio”, supportato dal Labter-Crea (Laboratorio Territoriale-Centro Regionale per l’Educazione Ambientale) di Mantova. Il piano di monitoraggio prevede una serie di prelievi lungo tutta l’asta del fiume effettuati da studenti mantovani e veronesi. Se infatti i dati relativi alla saturazione dell’ossigeno disciolto, un parametro chimico utilizzato per verificare il livello di inquinamento di un sistema idrico, sono in condizioni ideali tra la diga di Salionze e Borghetto, la stessa cosa non si può dire per i livelli di nitrati, di fosforo e per l’inquinamento fecale. Quest’ultimo dato, qualora fosse confermato da successive analisi, renderebbe il Mincio assolutamente non balneabile in tutto il suo percorso. «La campagna condotta il 21 aprile scorso», dichiara Giorgio Bassi, uno dei docenti, «ha portato allo scoperto una situazione inedita: le acque del Garda, che nelle precedenti campagne erano risultate di livello buono, arrivano già cariche di escherichia coli, la cui presenza risulta rafforzata dal contributo del depuratore di Peschiera, ma in misura sensibilmente minore rispetto a quella degli anni precedenti, e poi continua fino a Mantova. Mai nei 19 anni di vita del progetto si era rilevata una situazione simile, che fino all’anno scorso sarebbe stata definita di grave contaminazione fecale (da 6 a 26 volte oltre il valore limite), ma anche oggi, con una normativa più permissiva (500 unità di coliformi fecali per 100 ml), saremmo abbondantemente fuori». Tutte da indagare le cause. Vanno dal dilavamento dei terreni alla possibile tracimazione di vasche di contenimento, alle condizioni di difficoltà dei depuratori raggiunti da portate di acqua in grado di comprometterne il funzionamento, dopo le piogge eccezionali cadute nelle settimane e nei giorni precedenti il monitoraggio. In attesa di verifiche su questo aspetto, Bassi richiama l’attenzione anche sul fatto che nel Mincio c’è da prestare attenzione ai nitrati ed al fosforo. Se infatti un valore come 0,1 mg/l è già considerato un valore limite per i processi d’eutrofizzazione che questo nutriente innesca, il Mincio, dopo aver ricevuto i reflui del depuratore di Peschiera “vola” a 2 mg al litro. «E senza la diluizione», continua Bassi, «provocata da una portata d’acqua anomala, i dati avrebbero potuto essere ancora più alti». Per Anna Pierotti, docente della scuola secondaria inferiore “Jacopo Foroni” che ha partecipato per la prima volta al Progetto Mincio, «è stata una grande opportunità perché i ragazzi entrassero in contatto con il Mincio, il suo ambiente e le sue complessità».

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