venerdì, Marzo 29, 2024
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Il ministro, dopo il primo confronto in ottobre, domani incontra i sindaci per arrivare a siglare un accordo che superi le divisioni amministrative. Anche il ruolo chiave della polizia locale nel piano elaborato sulla base delle richieste dei Comuni

Maroni esamina il «Patto per il lago

Il lago di Garda, domani vedrà nascere il suo patto per la sicurezza. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha mantenuto la parola e domani pomeriggio alle 16 arriverà per la seconda volta in due mesi a Palazzo Carlotti a Garda. Ieri finalmente il fax al Comune per la comunicazione ufficiale, che metteva fine a una ridda di voci. Impiegati municipali, polizia locale (con anche l’ordinanza di spostare la giornata di mercato a Garda) e forze dell’ordine, tutti al lavoro per i preparativi all’accoglienza di Maroni. La Questura di Verona ha svolto l’altro giorno un primo sopralluogo. Questa mattina giungerà a Garda anche il Prefetto, Italia Fortunati, per la verifica finale.L’impegno, Maroni, lo aveva preso con i sindaci del Lago il 31 ottobre, quando alla conferenza interregionale organizzata dalla Prefettura di Verona, il ministro insieme al capo della Polizia Antonio Manganelli, aveva incontrato rappresentanti istituzionali e delle forze dell’ordine delle tre Regioni del Garda, per mettere a punto un piano di intervento sulla sicurezza dell’intero bacino lacustre. Ne era emerso l’impegno per una strategia di interventi, funzionale all’ area omogenea del Garda. «Nelle prossime settimane», aveva precisato a fine ottobre il ministro, «sottoporremo alla firma degli enti istituzionali la proposta, in modo da avere entro Natale un patto che metta in sicurezza la comunità, in un’area a diverse stagioni, con milioni di presenze in estate». In queste settimane così, i sindaci del lago hanno lavorato febbrilmente per definire la proposta che domani sarà discussa col ministro. I temi: in primis la sicurezza in acqua, con correlata polemica sulla sopressione della motovedetta dei carabinieri della stazione di Torri. Maroni, nel primo incontro, aveva già annunciato che l’obiettivo del patto, è «di governare la specificità del territorio, suddiviso in tre Regioni». Aveva inoltre sottolineato il ruolo della polizia locale, che «va addestrata e formata anche con finanziamenti delle Regioni».Dichiarazione che aveva sollevato le proteste dell’assessore regionale alla sicurezza, Massimo Giorgetti, per non essere stato invitato all’incontro preparatorio. L’assessore aveva quindi ricordato «la necessità di risposta alla richiesta, già formulata dal presidente Galan, di rinnovo della convenzione ministero dell’Interno – Regione in materia di sicurezza. Convenzione il cui mancato rinnovo ha costretto la Regione ad utilizzare diversamente i fondi messi a disposizione». L’impianto delle proposte ora sono state messe nero su bianco dai primi cittadini dei comuni veronesi, bresciani e trentini che si affacciano sulle rive lacustri, in collaborazione con le Prefetture. Domani il protocollo verrà presentato con i dettagli; si dovrà vedere poi quali di questi verranno accolti e quali eventualmente bocciati. Il disegno generale di un patto d’area per il Garda, potrebbe rivoluzionare però modelli e strategie in tema di sicurezza, trasformando il lago in un territorio omogeneo, fino ad oggi, diviso da confini d’acqua indefiniti e da leggi regionali di governo disomogenee, secondo lo stesso ministro.L’attenzione degli amministratori locali è alta, come di Provincie e Regioni; tutti stanno aspettando con interesse la posa della prima pietra della casa comune, che governerà la sicurezza del più grande bacino interno d’Italia.

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