mercoledì, Aprile 24, 2024
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Il 40enne impiegato comunale, una vita dedicata allo sport per disabili, entra nella Nazionale di handbike Già primo al torneo di tennis Alghero 2000, ha vinto anche gare di canoa

Meriti, campione a forza di braccia

Le acque azzurre del lago di Garda si sono riflesse nella maglia portacolori di un desenzanese che può vantare con orgoglio la convocazione nella squadra nazionale di handbike. Giancarlo Meriti è il nome dell’atleta bresciano, volto noto al paese lacustre proprio per il suo lavoro come impiegato all’interno del Comune, anche se lui stesso, di fatto, la notorietà tende a sfuggirla. Pochi erano, infatti, a conoscenza dei suoi risultati e pochi sapevano di avere un rappresentante dell’Italia in casa. Giancarlo, 40 anni, una vita dedicata allo sport per disabili, ha conosciuto solo da pochi anni la disciplina dell’handibike. Prima si era cimentato nel basket, poi si è accostato al kajak e alla canoa vincendo diversi campionati; pratica tutt’ora tennis in carrozzina, di cui detiene il primato nel campionato internazionale di Alghero 2000. «Forse nel tennis – confessa Giancarlo – è piu’ difficile emergere perché c’è piu’ competitività, visto il buon numero di tennisti esistenti. Con l’handbike siamo ancora in pochi in Italia e probabilmente sono agevolato anche dal fatto che sono portato fisicamente per questo tipo di sport». Ma che cos’è innanzi tutto un handbike? Come dice la parola stessa è una bicicletta messa in moto con la forza delle braccia; costruita su tre ruote viene progettata su misura, è abbastanza costosa e possiede le stesse componenti meccaniche di una bici da corsa normale. «Fino a due anni fa – racconta il desenzanese – non sapevo neppure che esistesse una bici di questo genere. L’ho scoperta per caso da alcuni conoscenti. Quando l’ho provata, la sensazione di libertà e di velocità è stata immediata che non ne ho piu’ potuto fare a meno». L’idea di partecipare a delle gare è venuta secondariamente, lo scopo principale per Giancarlo era lo svago e i percorsi su lunghe distanze in compagnia di amici. «Mi iscrissi alla mia prima maratona, quella di Venezia del 2002, – continua l’atleta – spinto da alcuni ragazzi che vi partecipavano come podisti. Arrivai sorprendentemente quinto, con un tempo di 1 h e 46 min. La carica emotiva del tagliare altri traguardi mi ha spronato a prendere parte ad alcune maratone e mezze maratone nel corso del 2003». Poi sono arrivati i buoni risultati con la maratona di Padova di quest’anno in cui Giancarlo ha abbassato di 20 minuti il suo tempo iniziale: «Fu allora che si avvicinò il tecnico selezionatore dell’Italia paraolimpica – prosegue l’azzurro – annunciandomi il posto in nazionale di handbike e la convocazione alla «Preparaolimpiade Umbria 2004» insieme a Roland Ruep, Marco Re Callegari, Paolo Cecchetto, Domenico Vinci, Giuseppe Carusillo». La «Preparaolimpiade Umbria 2004» è stata una manifestazione svoltasi di recente a cui hanno preso parte diverse nazioni per confrontarsi ed incontrarsi su un terreno non competitivo, e darsi l’arrivederci ad Atene. Purtroppo, tra le discipline sportive presenti a Foligno, l’unica a non presentarsi alle Paraolimpiadi 2004 sarà proprio l’handbike. «Di fronte alle ristrettezze economiche – ammette amaramente Giancarlo – il Comitato Paraolimpico ha fatto delle scelte. Essendo pertanto l’handbike ancora poco consolidata in Italia, per quest’anno la rappresentanza italiana dovrà rinunciare a gareggiare». Per il desenzanese rimane tuttavia la soddisfazione immensa di essere stato scelto a anche quella di vedere che la Federazione Sport Disabili ha fatto passi notevoli: ha cominciato infatti a riconoscere questo tipo di sport che già all’estero gode di notorietà ed ha un vero proprio circuito di competizioni. «Non posso che dirmi felicissimo di aver portato i colori dell’Italia a Foligno. Atene per quest’anno rimane un sogno, ma mi dà anche la giusta carica per allenarmi e diventare ancor piu’ competitivo per le prossime Paraolimpiadi» dice. Lo sport, insomma, è per Meriti una vera e propria conquista quotidiana che spinge l’atleta a misurarsi con se stesso e a cercare di superare i propri limiti, cosa ancor piu’ vera per un atleta disabile: «Il mio impegno deve esser d’esempio anche per tanti altri ragazzi che pensano che il loro essere diversamente abili li sacrifichi ad una vita sedentaria. Per questa ragione ho fondato insieme a tre amici l’associazione Icaro». «Icaro» nasce infatti dall’esigenza di promuovere e divulgare lo sport per disabili; l’esperienza ha infatti dimostrato che lo sport è un mezzo importante per il recupero e l’integrazione psicofisica delle persone diversamente abili ed anche di socializzazione. «Icaro» organizza anche convegni, dibattiti o momenti d’incontro il cui tema principale sia l’handicap nei suoi aspetti e problemi; la collaborazione fin’ora è stata stretta in particolar modo con le scuole presenti sul territorio bresciano in modo tale da offrire ad eventuali studenti disabili piu’ spunti ed occasioni concrete di praticare sport nell’ora di educazione fisica.

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