giovedì, Aprile 18, 2024
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Anticipiamo il discorso di condanna che il console Hartmann terrà domenica al cimitero militare tedesco. Il partigiano Adami: «Finalmente la Germania condanna i suoi criminali»

«Mi opprime la presenza delle SS»

Costermano. Un atto non solo dovuto ma anche sentito. Il console generale di Germania in Italia, Axel Hartmann, dopo l’annuncio della scelta fatta dal suo paese di rimuovere dal cimitero militare i libri in bronzo con incisi i nomi dei tre criminali di guerra Wirth, Schwarz e Reichleitner, va oltre la formalità. Domenica, alla cerimonia di commemorazione dei Caduti tedeschi, parlerà non solo come diplomatico ma soprattutto come uomo che condanna duramente la politica folle delle SS. Non dirà poco. Parole esplicite di disapprovazione e di presa di distanza da tutto ciò che ha significato il progetto scellerato di demolizione del popolo ebreo. E parole di monito perchè le atrocità del passato non si ripetano e perchè i giovani capiscano la storia, quella «vera», del secondo conflitto mondiale. «Molti dei 22mila soldati tedeschi che hanno trovato a Costermano, lontano dalla loro patria, l’ultima dimora», è scritto nel discorso che Hartmann farà domenica per il Giorno di lutto nazionale del popolo germanico, «erano giovani, poco più che ventenni. Ancora prima che le loro vite fossero effettivamente iniziate, rimasero vittime della guerra che Hitler aveva cominciato in modo criminale e che terminò solo con la sconfitta del sistema nazionalsocialista disprezzante dell’essere umano».Hartmann non usa mezzi termini. «Commemoriamo tutti i morti di guerra e di dispotismo», ricorda nel suo discorso, «commemoriamo 6 milioni di ebrei uccisi da mano tedesca; commemoriamo tutti i popoli che hanno sofferto durante un conflitto… qui a Costermano commemoriamo in modo particolare le vittime militari e civili di questa guerra condotta in maniera criminale in Italia». Il console tedesco può finalmente, di fronte alla rimozione dei libri d’onore e all’allestimento di una mostra permanente che, sempre domenica, sarà ufficializzata insieme a due testi che condannano i tre gerarchi nazisti, il console può andare oltre. E può ricordare «gli ostaggi uccisi, fra cui molte donne e bambini, a Marzabotto, a Sant’Anna di Stazzema e in altri luoghi italiani che sono sinonimi di disprezzo del genere umano e di crimini contro l’umanità. Questo cimitero», continua Hartmann, «vuol essere un luogo di coscienza e ricordo ma anche di ammonimento: negli ultimi anni è stato oggetto di controversie per la presenza delle salme di persone che effettivamente furono coinvolte nell’uccisione sistematica della popolazione ebrea, persone che furono dunque autori e non vittime». Continua, portando il discorso a un livello più intimo: «Per me personalmente è opprimente sapere che quelle persone giacciono qui in questo cimitero assieme alla gran parte di giovani soldati che la propaganda nazionalsocialista ha ingannato o che per dovere sono andati in guerra e vi hanno trovato la morte». Poi, la richiesta, stavolta implicita, di non essere peggiori di chi ha fatto tanto male: «Il rispetto per il riposo dei morti ci chiede di tollerare la loro presenza: alla fine hanno pagato le loro azioni sprezzanti con la vita e nessun giudice terreno potrà più giudicarli».Poi, il desiderio che le polemiche dopo tanti anni si plachino, rivolto soprattutto a chi da sempre lotta per ottenere la rimozione delle salme delle tre Ss e la cancellazione del loro nome dagli albi d’onore: «Auguro al cimitero di Costermano», sottolinea Hartmann, «di rimanere per sempre un luogo di memoria e di ammonimento allo stesso tempo… noi tutti abbiamo creduto che guerre e genocidi non fossero più concepibili in Europa e poi negli anni ’90 sui Balcani ci siamo dovuti ricredere. Non si tratta di elaborare il passato, perchè non è possibile, non lo si può cambiare. Ma chi socchiude gli occhi dinnanzi al passato, non riesce a vedere il presente». Infine, un detto proprio di quella cultura ebraica che il Terzo Reich ha tanto perseguitato: «Il segreto della redenzione si chiama ricordo». Il discorso che il console tedesco terrà domenica a Costermano dovrebbe quindi essere l’epilogo delle tensioni che da decenni vedono impegnati in manifestazioni di protesta, soprattutto in occasione della cerimonia di novembre, pacifisti, ex internati, familiari di vittime e semplici cittadini. «Finalmente hanno fatto l’unica cosa che dovevano fare, al di là di tanti discorsi», interviene Raul Adami, presidente veronese dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, «in questo cimitero c’era un grande neo, la presenza tra tanti innocenti di questi aguzzini, bisognava dirlo e bisognava prendere la distanze da ciò che hanno rappresentato. È importante continuare a ricordare che certe persone non vanno onorate e se ci sono i nostalgici che vogliono farlo, lo facciano, ma fanno ridere oltre che far rabbia… questo è l’unico guaio vero della democrazia, che tutti possono dire la loro, anche quelli che inneggiano a dei criminali di guerra…». Poi, il monito: «Chi ha sofferto le violenze dei fascisti veri, quelli che mettevano le persone nei campi di sterminio e gliene facevano di tutti i colori prima di ammazzarle, non può avere paura dei fascisti di oggi nè tantomeno delle loro argomentazioni assurde… meno ancora di tre tombe».

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