Le idee dei giovani per il futuro: prevalgono la richiesta di un luogo dove trovarsi e i temi ambientali. Un gruppo di lavoro risponderà ai bisogni dei ragazzi

Migliorare Salò? Si fa così

22/01/2003 in Attualità
A Salò
Di Luca Delpozzo
Sergio Zanca

«Se tu potes­si chiedere tre doni per Salò, cosa vor­resti dal 2003?». Era ques­ta una delle domande alle quale sono sta­ti chia­mati a rispon­dere 286 gio­vani (145 fem­mine e 140 maschi), di età com­pre­sa tra i 13 e i 19 anni. Del­l’indagine gen­erale, com­mis­sion­a­ta a Mar­co Ven­turi­ni, pro­fes­sore del­l’ di Bologna, dal­l’asses­sore ai Servizi sociali, il medico Mau­r­izio De Giuli, abbi­amo già par­la­to mart­edì. I desideri, dunque. «Vis­to che la lam­pa­da di Aladi­no può esaudirne solo tre — risponde un ragaz­zo -, io dico: un par­co con tan­to verde, dove rilas­sar­si e leg­gere; una sala dove incon­trar­si, e leg­gere, stu­di­are, par­lare, dis­cutere dei nos­tri prob­le­mi; più attiv­ità per noi, come gare, cor­si di pit­tura, con­cor­si di poe­sia, eccetera». Un altro: «Fate sparire la dro­ga, gli spac­cia­tori, i preti fal­si che aiu­tano solo i bravi ragazzi. Vor­rei che l’o­ra­to­rio fos­se una sec­on­da casa, e che gli inseg­nan­ti las­ci­assero a casa i loro casi­ni, per­chè abbi­amo già i nos­tri, e dob­bi­amo sop­portare le loro lune. Ci bas­tano quelle dei gen­i­tori». Ricor­diamo che, nel­l’indagine, il 31% degli inter­pel­lati ha dichiara­to di avere rice­vu­to un’of­fer­ta diret­ta per l’ac­quis­to di dro­ga, non dal­lo spac­cia­tore apposta­to fuori dai can­cel­li del­la scuo­la, con la busti­na in mano, ma da un ami­co o da una per­sona conosci­u­ta. «Appar­ta­men­ti eco­nomi­ci per i gio­vani», recla­ma un ter­zo. E anco­ra: «Più parcheg­gi e più verde, spi­agge pulite e attrez­zate, più locali adat­ti a noi, e spazi a dis­po­sizione di tut­ti per esercitare attiv­ità sportive». «Una pista da qualche parte». «Cam­bierei le strade». «Io, invece, il tet­to del­la mia scuo­la, per­chè è di amianto e fa schi­fo». «Mi piac­erebbe avere un con­siglio comu­nale di ragazzi, e una più for­ni­ta». «Io pro­pon­go un noleg­gio di cd musi­cali anche per i non res­i­den­ti. Come a Toscolano, dove si pos­sono pren­dere per 15 giorni, gra­tuita­mente». «Miglior­erei tut­ti i lavori pub­bli­ci, e risolverei i prob­le­mi dei posti-auto, altro che toglier­li o diminuir­li». «Non bisogna mod­i­fi­care il lun­go­la­go con quel­l’or­ri­bile ponte che passerà sopra la Can­ot­tieri». E anco­ra: «Occorre bru­cia­re l’im­bar­cadero, con l’or­ren­da bigli­et­te­ria (ndr si trat­ta del­l’ot­tagono costru­ito in piaz­za Vit­to­ria, in occa­sione del restyling, ndr), riaprire il teatro, affinchè ci pos­sa essere un’at­tiv­ità cul­tur­ale più inten­sa, e miglio­rare l’in­for­mazione sulle attiv­ità del comune, degli scout, del cen­tro astro­fili e su quan­to non conosco». C’è pure chi fa un accen­no alla Repub­bli­ca sociale ital­iana di Ben­i­to Mus­soli­ni («vor­rei che Salò fos­se ricor­da­ta come una cit­tad­i­na piena di sole, e non solo per ciò che è suc­ces­so nel­la sec­on­da guer­ra mon­di­ale»). Molti tur­isti amer­i­cani, tedeschi e bri­tan­ni­ci ven­gono sul per Vil­la Fel­trinel­li o Vil­la Fiordal­iso, dove Claret­ta Petac­ci riceve­va il Duce (e chiedono di dormire nel vec­chio let­to). Qual­cuno è pes­simista («sic­come man­ca tut­to, è uguale», «dei gio­vani non inter­es­sa niente a nes­suno, vis­to che ci con­sid­er­ate poco impor­tan­ti»). Non man­ca chi spera «nel­l’a­n­ar­chia totale. Vor­rei che la dro­ga fos­se legal­iz­za­ta, diventare mag­giorenne a 14 anni e pot­er fare quel­lo che mi piace». Ma nel com­p­lesso prevale la ricer­ca del­la tran­quil­lità. «Che tutte le per­sone vengano rispet­tate, e diminuis­cano i vio­len­ti o quan­ti fan­no uso di droghe. Per vivere in lib­ertà con gli ami­ci, sen­za la pre­oc­cu­pazione che pos­sa accadere qual­cosa». «Desider­erei che tut­ti fos­sero più buoni, e vivessero in armo­nia. Elim­inerei il razz­is­mo, e i gio­vani sban­dati che van­no in giro a guastare le gior­nate a quan­ti vogliono stare in pace». Sper­anze e sog­ni. Sin­ceri, ingenui, a volte com­pli­cati e dirompen­ti. Ma, al ter­mine del­la ricer­ca, cosa sug­gerisce Ven­turi­ni? «C’è una ric­chez­za di sti­moli e di bisog­ni — con­clude il pro­fes­sore -. E i ragazzi han­no un buon liv­el­lo di fidu­cia ver­so le fig­ure adulte, che però non si trasfor­mano in relazione sig­ni­fica­ti­va e con­tin­ua. Nes­suno, da solo, può incidere sig­ni­fica­ti­va­mente sul­la realtà emer­sa Al di là delle sin­gole inizia­tive, rite­ni­amo che l’u­ni­ca pro­pos­ta oper­a­ti­va da perseguire sia la pro­mozione di un grup­po di lavoro tra scuo­la, comune, par­roc­chia e asso­ci­azioni, final­iz­za­to alla stesura di un prog­et­to educa­ti­vo da real­iz­zare in ogni luo­go di fre­quen­za gio­vanile».

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