venerdì, Aprile 19, 2024
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I materiali di scavo del tunnel in Gardesana sono diventati nuova sponda. Tutto ok?

Mucchio selvaggio sul lungolago: un esposto alle Procure

Gli «Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro», nei giorni scorsi, hanno presentato alla Magistratura, precisamente il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Rovereto e il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Brescia (ognuno per quanto riguarda il territorio di sua competenza: Provincia di Trento e Provincia di Brescia), un esposto-denuncia riguardante l’utilizzo del materiale di scavo della nuova galleria Riva-Limone inaugurata l’8 luglio 2001 dal Presidente della Repubblica, Ciampi.Lungo ed articolato l’esposo degli ambientalisti. Riassumendone i motivi principali di perplessità inoltrati alla Magistratura, al fine di riscontrare possibili violazioni di legge, sono quattro le questione «calde».Primo. Presunte irregolarità nell’iter autorizzativo allo scarico a lago del materiale, per esempio a Limone una semplice autorizzazione del sindaco di Limone, a Riva una autorizzazione della Conferenza dei servizi basata su un progetto provvisorio, l’assoluta mancanza di tale opera in tutti piani urbanistici vigenti, compreso il Piano regolatore in itinere in via di approvazione, la mancanza di qualsiasi dibattito nelle sedi politiche appropriate, Commissione urbanistica e Consiglio comunale di Riva.Secondo. Il sospetto che il materiale di scavo sia stato inquinato da carburante, esplosivo eccetera, sospetto non fugato dalle analisi, apparentemente tranquillizzanti, eseguite dall’Appa (Agenzia provinciale per l’ambiente) anche perché tali analisi sembrano eseguite dopo l’apertura della galleria (relazione datata 25 luglio 2001) e non prima, come sarebbe stato più logico.Terzo. Il sospetto che il progetto di riutilizzo del materiale di scavo come «difesa spondale» nasconda il proposito di un semplice allargamento del lungolago D’Annunzio, cosa vietata dalle norme vigenti, in particolare le Norme di attuazione del Piano urbanistico provinciale della Pat, trattandosi di zona «a rischio geologico»;Quarto. Il sospetto che il manufatto in oggetto, cioè il nuovo lungolago D’Annunzio, non sia del tutto sicuro e stabile, visto che nel progetto non sono previste opere di consolidamento della massa di scavo e che la zona è nota proprio per la sua instabilità geologica.

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