venerdì, Aprile 19, 2024
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Suggestiva crociera sul lago a bordo di vecchi bragozzi dalle vele colorate

Museo per antichi bragozzi?

Trasformare porto Catena, il secolare approdo della città benacense, in un museo galleggiante con all’ormeggio gli antichi bragozzi, che fino agli anni ’50 solcavano il Garda trasportando merci d’ogni genere. E fare in modo che le barche escano anche al largo per far rivivere ai turisti la navigazione d’altri tempi. Ecco in sintesi la proposta – un revival d’inizio secolo – di «Berto» Foletti, il popolare personaggio dell’ambiente velico rivano, ancora legato al mondo dell’antica navigazione per ragioni professionali: è l’unico superstite gardesano della gloriosa stirpe dei «maestri d’ascia».«Le innumerevoli foto d’epoca, soprattutto quelle ottocentesche e dei primi decenni di questo secolo, mostrano porto Catena con attraccati i bragozzi d’origine veneziana con le caratteristiche grandi vele colorate – spiega Foletti – L’apertura delle due strade gardesane ed i cambiamenti economici e sociali del bacino gardesano hanno decretato il tramonto della secolare epoca dei trasporti lacuali. I rivani dai capelli bianchi, come il sottoscritto, ricordano che nel secondo dopoguerra sul Garda navigavano gli ultimi scafi a vela da carico, poi abbandonati e demoliti. Alcune imbarcazioni però hanno evitato l’ingloriosa fine, tra essi il bragozzo «Norge», che fu ormeggiato a porto S.Nicolò e poi trasferito in altre porti del lago. A suo tempo furono rinnovate le strutture della barca, che appartenne prima al dottor Cannobbio e successivamente, per una quindicina d’anni, a Guerrino Delana. Il bragozzo si trova ora nel porto di Bardolino ed è diventato un’eccezionale attrazione turistica in quanto, di tanto in tanto, è adibito ad escursioni sul lago». L’utilizzo crocieristico è una delle proposte di «Berto» Foletti Egli è convinto della riuscita del progetto. In alcune località del litorale adriatico ed ultimamente a Grado – ricorda Foletti – sono state allestite con successo esposizioni di bragozzi. «Queste imbarcazioni d’origine veneziana con le caratteristiche grandi vele colorate erano di tre dimensioni – spiega il «maestro d’ascia» – se sono introvabili sul Garda, sono reperibili in buono stato nei porti dell’Adriatico. Per farli ormeggiare a porto Catena non servono spese esorbitanti, quindi sono senz’altro abbordabili dall’ente pubblico. A quest’ultimo tocca farsi carico dell’approntamento dell’iniziativa per via dell’enorme portata turistica e culturale che esso comporta. Sarà un’iniziativa gettonatissima, non solo per la marea dei turisti, far rivivere porto Catena come le foto d’epoca, per giunta, con la possibilità di navigare nel golfo benacense con natanti del passato. Per passare dalle parole ai fatti, attendo la disponibilità, spero rapida, dell’ente pubblico, in particolare, dell’Apt».

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