Napoleone e i giorni della gloria di Peschiera

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Di Redazione
Giorgio Capone

Situazione politica

Dopo il col­lo­quio di Nicolò Fos­cari­ni con Napoleone a Peschiera la sera del 31 mag­gio 1796 ed il suc­ces­si­vo ingres­so dei france­si a Verona il 1 giug­no la situ­azione del­la Serenis­si­ma Repub­bli­ca di Venezia rimase più o meno immu­ta­ta.

I veneziani si con­ser­varono fedeli alla polit­i­ca di neu­tral­ità men­tre nel­la ter­rafer­ma, già investi­ta dai bel­lig­er­an­ti fran­co-aus­triaci si aggrap­parono a quell’ombra di sovran­ità che le truppe di occu­pazione con­sen­ti­vano o regala­vano loro.

L’obiettivo prin­ci­pale dei due eserci­ti inva­sori era la fortez­za di Man­to­va.

Per Bona­parte era l’ultimo osta­co­lo alla con­quista del­la valle padana e per gli aus­triaci un capos­al­do da con­ser­vare a tut­ti i costi per impedire all’Armée d’Italie di spinger­si ver­so Vien­na per favorire il crol­lo del fronte europeo sul Reno.

Dove era­no schiera le armate france­si gli impe­ri­ali cer­carono con tes­tardag­gine di lib­er­are Man­to­va asse­di­a­ta dai france­si ormai padroni di Peschiera e Verona e di tut­to il ter­ri­to­rio attorno al Min­cio e all’Adige.

Noi pren­der­e­mo in con­sid­er­azione la pri­ma offen­si­va di Wurmser nel ter­ri­to­rio veneziano già dal 2 giug­no il Sen­a­to richi­amò a Venezia tut­ta l’armata marit­ti­ma del lev­ante e ordinò il richi­amo di truppe in Dal­mazia e Istria.

Infine mandò i due Savi Batta­gia e Andrea Eriz­zo in mis­sione pres­so Napoleone che con­cesse loro un incon­tro il 4 giug­no a Rover­bel­la.

Abilis­si­mo il Batta­gia, di tutt’altro spes­sore del Fos­cari­ni, affron­tò il gen­erale espo­nen­do una serie di domande sull’asfissiante pre­sen­za dell’armata francese in ter­rafer­ma sui prob­le­mi del­la sus­sis­ten­za delle truppe che Napoleone esige­va come un dirit­to (immense provvi­gioni d’ogni genere trasporti gior­nalieri con centi­na­ia di car­ri, impiego forza­to dei sud­di­ti per travagliare nei medes­i­mi e nelle for­tifcazioni). E poi l’usuale quadro delle vio­len­ze mil­i­tari: gli abi­tan­ti col­pi­ti nei loro averi e alcu­ni nel­la vita.

Con­clu­sione: si pone­va un prob­le­ma politi­co che veni­va ad incidere pesan­te­mente sui rap­por­ti tra la dom­i­nante e la ter­rafer­ma. Alle autorità veneziane inter­es­sa­va che non venisse com­pro­mes­sa la per­fet­ta neu­tral­ità del­la repub­bli­ca.

Intan­to Napoleone con­sol­i­da­va alla luce del sole il suo con­trol­lo sul­la Lom­bar­dia vene­ta e sul ter­ri­to­rio veronese occu­pan­do Leg­na­go e la lin­ea dell’Adige costrin­gen­do il gov­er­no veneziano a rimpiaz­zare gli Schi­avoni a Verona ritenu­ti trop­po ostili ai france­si.

Il 23 luglio 1796 nel nuo­vo incon­tro di Batta­gia con Napoleone a Desen­zano il gen­erale accusa­va Venezia che si sta­va proce­den­do ad un “riar­mo stra­or­di­nario da far­la divenire ai france­si avver­sa”.

Minac­ciò di dichiarare guer­ra a Venezia se “le forze mil­i­tari non fos­sero state rimesse sul piede ordi­nario”.

Frat­tan­to è mat­u­ra­ta la data di inizio del­la I° cala­ta del gen­erale Wurmser nel nos­tro ter­ri­to­rio.

Situazione militare

All’indomani del col­lo­quio di Peschiera e l’entrata dei france­si in Verona Bona­parte con­solidò le sue con­quiste in Italia cen­trale con l’armistizio siglato con il Re di Napoli e il Papa infeudò la Repub­bli­ca di Luc­ca, occupò Livorno e minac­ciò Venezia di rap­pre­saglie per le sue com­pia­cen­ze ver­so l’Austria.

La Serenis­si­ma mobil­itò allo­ra 8 mila Schi­avoni per assi­cu­rar­si la dife­sa.

Gli aus­triaci si rior­ga­niz­zarono in Tiro­lo. Beaulieu è des­ti­tu­ito. Un nuo­vo gen­erale, il con­te Wurmser (72 anni) viene piaz­za­to alla tes­ta delle oper­azioni.

Il Feld­mares­cial­lo Alvinczy agli ordi­ni di Wurmser si sta­bilisce in Tiro­lo per pren­dere le mis­ure nec­es­sarie con i tirole­si e orga­niz­zare la loro dife­sa con­forme­mente alla cos­ti­tuzione.

Agli inizi di luglio 1796 gli aus­triaci si prepara­no così alla con­tro-offen­si­va. Bona­parte opta per una atten­ta strate­gia sull’Adige. I rilievi del ter­ri­to­rio e le solide posizioni france­si avvan­tag­giano la difen­si­va. Le dis­tanze min­ime che sep­a­ra­no le armate premet­tono di inviare rap­i­da­mente i soc­cor­si alle divi­sioni in dif­fi­coltà. Per gli attac­can­ti aus­triaci ci sono ben tre vie di acces­so sep­a­rate da osta­coli insor­montabili che isolano le dif­fer­en­ti armate d’offensiva.

Dal 26 al 30 luglio 1796 inizia la manovra chia­ma­ta “La tenaglia di Wurmser” con un attac­co con­cen­tri­co da una parte e dall’altra del lago di Gar­da. Bona­parte decide di rag­grup­pare le sue forze per manovrare nel set­tore cen­trale.

Il 28 luglio l’ala destra del­la colon­na di Wurmser coman­da­ta da Melas Von Guhk­er e Bay­alich attac­ca lun­go il monte appog­gia­ta al cen­tro da Sebot­fendorff e Pit­toni lun­go la riva destra dell’Adige. Davi­cov­itch lun­go la riva sin­is­tra.

Il 29 luglio Masse­na si riti­ra lun­go l’Adige nel­la zona di Cam­para.

Dalle­magne e Ram­pon abban­do­nano Verona.

Il 31 luglio i france­si si addos­sano a sud del per affrontare Quas­danovitch che sta scen­den­do da Salò.

L’1 e 2 agos­to l’avanguardia di Wurmser si con­cen­tra ver­so Cas­tiglione. Bay­alich prepara l’invasione di Peschiera dife­sa da Guil­laume.

Il 3 e 4 agos­to men­tre Augereau fron­teggia a Cas­tiglione l’avanguardia di Wurmser Mais­se­na e Guieu scon­fig­gono sulle alture di Lona­to e a Salò il Quas­danovitch.

Il 5 agos­to Bona­parte inizia la battaglia che passerà alla sto­ria come “Battaglia dei 5 giorni” di Cas­tiglione

Cadu­to nel­la trap­po­la del­la fin­ta riti­ra­ta di Masse­na, Wurmser, attac­ca­to da più par­ti, inizia la riti­ra­ta ver­so il Min­cio.

Il 6 agos­to, dopo un atti­mo di pausa, Masse­na affronta la divi­sione Bay­alich a Peschiera. Questi si riti­ra ver­so Castel­n­uo­vo e si con­clue la pri­ma fase del­la Cam­pagna con il com­bat­ti­men­to di Peschiera.

La seconda campagna del 1796

Situ­azione gen­erale delle armate all’inizio del mese di luglio. Men­tre Bona­parte con­sol­i­da le sue con­quiste le truppe aus­tri­ache si prepara­no alla con­tro- offen­si­va.

26–30 luglio — La tenaglia di Wurmser
Attac­co da una parte e dall’altra del lago di Gar­da. Bona­parte sceglie di rag­grup­pare le sue forze per manovrare in posizione cen­trale.

31 luglio — Bona­parte pas­sa all’ovest
I france­si si appog­giano al per por­tar­si davan­ti all’armata di Quas­danovitch.

1 ‑2 agos­to — Il cer­chio si stringe
L’avanguardia Wurmser rag­giunge Cas­tiglione men­tre Quas­danovitch prende Desen­zano.

3–4 agos­to — La dis­fat­ta di Quas­danovitch
Men­tre Augereau con­tiene l’avanguardi di Wurmser a Cas­tiglione, Masse­na e Guieu scon­fg­gono Quas­danovitch a lona­to e Salò.

5 agos­to — La sta­bi­liz­zazione di Wurmser
Bona­parte apre il fuo­co sen­za ingag­gia­re tutte le sue forze nel­la battaglia per con­durre gli aus­triaci ad esten­dere le loro linee.

5 agos­to — Il giorno del­la glo­ria
Sopraf­fat­to da tutte le par­ti Wurmser deve riti­rar­si dietro il Min­cio.

6 agos­to — La riti­ra­ta di Wurmser
Inse­gui­ti dai france­si, gli aus­triaci si riti­ra­no ver­so il Tiro­lo, dopo aver rin­forza­to la guarni­gione di Man­to­va.

Il giudizio di Bonaparte

Ques­ta nuo­va cam­pagna è dura­ta soltan­to 5 giorni.

Per 1300 pri­gion­ieri e 2 mila mor­ti e fer­i­ti france­si Wurmser ave­va per­du­to 70 can­noni, 1500 pri­gion­ieri, 6 mila uomi­ni mor­ti e fer­i­ti.

“Dal momen­to che, con meno forze, sono sta­to in pre­sen­za di una grande arma­ta — scrive­va Bona­parte — rag­grup­pan­do con rapid­ità la mia, cad­di come una fion­da sull’una delle sue ali e la roves­ci­ai. Approf­ittai di questo dis­or­dine che ques­ta maniera non man­ca­va mai di met­tere nell’armata nem­i­ca; per attac­care in un’altra parte, sem­pre con tutte le mie forze, le bat­tei così in det­taglio e la vit­to­ria… È sta­to sem­pre il tri­on­fo di un grande nome sul pic­co­lo”.

Wurmser approf­itta del­la notte per abban­donare Valeg­gio dopo aver invi­a­to 5 mila uomi­ni a rin­forzare la guarni­gione di Man­to­va. Meszards lo seguì ed evaquò Goito. Bavalich levò l’assedio di Peschiera tal­lona­to da Masse­na. Le truppe france­si si incolon­narono den­tro Peschiera.

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