venerdì, Marzo 29, 2024
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Nasce, al Parco Natura Viva, Kaziranga, unico pulcino di avvoltoio reale indiano d’Europa

Ad un mese e mezzo di età pesa un chilo, si chiama Kaziranga ed è l’unico pulcino di avvoltoio reale indiano nato in Europa negli ultimi vent’anni, solitario rappresentante di una specie inserita nella lista rossa dello IUCN come “criticamente minacciata”.

Il suo uovo era stato deposto al Parco Natura Viva il 26 febbraio e si è schiuso il 21 aprile, dopo 54 giorni di cova e incubazione. Solo in questi giorni, i veterinari lo hanno decretato fuori pericolo e perfettamente sano.

“In tutto il continente asiatico, gli esemplari di avvoltoio reale indiano sono ridotti a 10.000 unità e, a partire dal 1990, il tasso di estinzione ha superato il 91%. Questo dà l’idea di quanto sia prezioso questo rarissimo pulcino.”, afferma Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva.

L’uomo è sul banco degli imputati del processo di scomparsa della specie, a causa della produzione farmaceutica di un antinfiammatorio usato sugli animali d’allevamento: il diclofenac.

“Il Sarcogyps calvus (nome scientifico di avvoltoio reale indiano ndr) è un necrofago, cioè un animale che si nutre di animali morti – continua Avesani Zaborra – Quando ci si accorse che milioni di esemplari cominciavano a sparire, le analisi post mortem non lasciarono dubbi: il diclofenac con il quale viene tuttora trattato il bestiame, decreta la morte per avvelenamento degli avvoltoi che si nutrono dei loro cadaveri”.

Il piccolo Kaziranga, che porta il nome del più famoso Parco Nazionale Indiano dove un tempo questi uccelli volavano liberi, è destinato a rappresentare una speranza per l’intera specie: “Il captive breeding, cioè l’allevamento ad opera dell’uomo fuori dall’ambiente naturale dell’animale, ha già salvato i Cavalli di Prezwalski in Mongolia, gli Ibis eremita in Europa e sta salvando i Bisonti Europei in Romania.

Se l’avvoltoio dovesse estinguersi, come suggerirebbero i dati, il Parco Natura Viva con Kaziranga potrà contribuire alle reintroduzioni in natura grazie all’inderogabile lavoro di conservazione delle specie su cui si fonda tutta l’attività di questa grande arca”, conclude Avesani Zaborra.

 

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