mercoledì, Aprile 24, 2024
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La difficile situazione economica determina una brusca inversione di tendenza sul lago di Garda. A Desenzano resteranno chiusi sette esercizi su dieci

Natale magro per gli alberghi

Natale in famiglia: per la gente comune è una cara tradizione, ma per chi fa l’albergatore non è proprio il massimo. Significa che i turisti non arriveranno, o che saranno meno numerosi degli anni scorsi. E che, allora, tanto vale chiudere l’hotel, mandare a casa il personale e mangiare un amaro panettone aspettando la Pasqua. Sta succedendo a Desenzano, dove solo il 30 per cento degli alberghi resterà aperto durante le festività natalizie: non ci sono prenotazioni e non vale la pena di sperare in qualche turista di passaggio. Ma il dato è da guardare con attenzione perché rappresenta un record negativo: di solito, gli anni scorsi, sotto Natale qui restava aperto il 60 per cento circa delle strutture ricettive. Desenzano è da sempre una fortunata eccezione rispetto ad altri centri più piccoli, dove il turismo ha una stagionalità più marcata. Ma il Natale 2002 parla di crisi. «Non abbiamo le montagne, non abbiamo le piste da sci, ma a Desenzano un po’ di turismo c’è sempre stato anche d’inverno. Quest’anno non sarà così – dice Saverio Ziliani, titolare del Riviera e presidente dell’associazione Hotels Promotion -. Prenotazioni? Se dico che non ce n’è stata nessuna mi avvicino al dato reale, e allora quasi tutti chiuderemo per almeno per qualche giorno: molti albergatori riapriranno per Capodanno: per quell’occasione arriverà gente, ma resterà soltanto due giorni e poi ripartirà lasciando gli alberghi vuoti fino a Pasqua». Vacche magre, più magre del solito. E non è più l’effetto dell’11 settembre, ma il segnale di una crisi più profonda, più complessa. Non la paura di attentati, ma la paura di restare senza soldi. «Italiani ed europei sono preoccupati per la situazione economica, meno disposti a spendere per le vacanze di Natale, e questo è un dato generale che mi pare sia sotto gli occhi di tutti», sostiene ancora il presidente degli albergatori desenzanesi. Ma sarebbe troppo facile, inutilmente sbrigativo puntare il dito solo sulla congiuntura internazionale. Ci sono anche cause locali, e Ziliani non si sottrae all’analisi. «Il Garda è un bel posto, ma bisogna dare qualche motivo in più alla gente per venire qui e per restare più dei soliti due o tre giorni: penso ad esempio al turismo congressuale, che vede Desenzano in forte ritardo rispetto ad altri comuni del lago. Pur essendo la cittadina più grande di tutto il Garda con i suoi 25 mila abitanti, non ha un vero palazzo dei congressi e la sala del Todeschini, con i suoi 180 posti, non è in grado di attirare convegni importanti». La prova? «La prova è nel fatto che il congresso nazionale di immunologia ha scelto Gardone, e che la convention del Club Alpino Italiano, prevista per febbraio, ha scelto Sirmione perché lì ha trovato un palacongressi di dimensioni sufficienti, tagliando fuori Desenzano. Non sono lamentele di bottega: come si può pretendere di portare turismo, in inverno, in una città senza palacongressi, senza palasport, senza iniziative di richiamo almeno discreto?» La risposta è nella serata natalizia: chiusi sette alberghi su dieci.

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