giovedì, Aprile 25, 2024
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L’Arpav: «Nella fioritura cianoficee potenzialmente pericolose per i bagnanti». Legambiente rilancia Cigno Azzurro. Ancora lontani i limiti di guardia, controlli quotidiani

Nel lago ci sono alghe tossiche

Le alghe sono massicciamente aumentate, ora stanno formando grandi tappeti verdastri galleggianti in rotta verso le spiagge. Si tratta di alghe cianoficee, con potenzialità tossiche per cui, se il fenomeno peggiorerà, la balneazione rischia di essere sospesa. A lanciare l’allarme è l’ufficio lago di Garda dell’Arpav (Agenzia regionale prevenzione e protezione ambientale), che dalla settimana scorsa ha intensificato i controlli e che vista la situazione ha deciso di fare ricognizioni giornaliere.Il caso scoppia proprio mentre si mette in moto la Goletta dei laghi – Cigno Azzurro, la campagna nazionale di Legambiente presentata proprio ieri a Laveno (Varese) e che, dopo i primi monitoraggi sui laghi Maggiore e di Como, arriverà anche sul Garda tra dal 21 al 25 luglio.Proprio sul Garda lo sviluppo del fitoplancton, legato alla disponibilità di nutrienti e luce, ha raggiunto un elevato addensamento: «La fioritura è in aumento e sta procedendo verso le rive», afferma Giorgio Franzini, responsabile dell’ufficio lago di Garda, «si notano striature sull’intero bacino, con un progressivo spiaggiamento in corso». Chi ha una barca le vede benissimo, ma sono state avvistate già ieri anche a riva, in alcune baie come in quella di fronte a Villa Canossa, a Garda.Anche i bagni sono a rischio: «La specie di fitoplancton coinvolta è la Anabaena lemmermannii, un’alga microscopica delle cianoficee. Desta preoccupazione non solo per il brutto aspetto ma perché tra i suoi sottogruppi ce ne sono alcuni di tossici», spiega Franzini, «per questo il ministero della Salute raccomanda di sospendere la balneazione se i parametri superano la soglia di cinquemila cellule per millilitro. Ora siamo ben al di sotto di questo limite, visto che l’addensamento massimo è di circa 800 cellule per millilitro nei primi tre centimetri di acqua e nelle zone peggiori».L’accumulo di alghe è diffuso comunque in tutto il lago, favorito sulle rive dove non c’è vento. «Se le alghe aumentassero, la balneazione potrebbe essere vietata in via cautelativa», conclude il tecnico dell’Arpav.Michele Bertucco, presidente Legambiente-Verona, ricordando che la Goletta dei laghi – Cigno Azzurro nasce dall’esperienza ideata da Legambiente Verona nel 1990 e in particolare dalla biologa Cecilia Dal Cero prematuramente scomparsa nel 2003, commenta: «Da anni puntiamo il dito sul malfunzionamento del collettore, rilevando che si continua a sversare a centro lago e da tempo segnaliamo un forte incremento di sostanze organiche che favoriscono una fioritura algale fortissima. Rinnoviamo all’Arpav la richiesta di non limitarsi a controlli relativi alla balneabiltà, ma di tenere conto del generale stato di salute del Garda». Ancora Bertucco: «I Comuni dovrebbero rifare le fognature dividendo le acque bianche da quelle nere per evitare il sovraccarico del collettore, mentre i responsabili dell’ Azienda gardesana servizi (Ags) dovrebbero, con l’Arpav, eseguire analisi sul fondo per vedere di quanto l’inquinamento sta avanzando».Franzini ribatte: «Dal 1990 facciamo annualmente alla Regione una relazione sulla sorveglianza algale (classificazione e conteggi delle alghe) e sulle indagini limnologiche (misurazioni dei parametri chimico fisici su tutta la colonna d’acqua), che poi pubblichiamo sul nostro sito, www.arpa.veneto.it/acque/garda/trasparenza.htm, dove spieghiamo cosa sono le fioriture algali, quando e dove e in che entità il fenomeno si è verificato. L’ente pubblico ha tutte le informazioni per agire di conseguenza, non ci stancheremo mai di dire che si deve smettere di scaricare fosforo nel lago». Il presidente di Legambiente, Bertucco, conclude: «La nostra campagna mira a sua volta a informare sullo stato di salute dell’ecosistema lago e a promuovere politiche di buona gestione e salvaguardia. Noi per primi utilizziamo il sito Arpav, da cui emerge una preoccupazione che è anche la nostra».

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