venerdì, Aprile 19, 2024
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Domani sarà trascorso un mese dalla scossa sismica che il 24 novembre ha messo in ginocchio interi paesi e causato ingenti danni. L’appello della Provincia sotto forma di opuscolo distribuito alle istituzioni

«Nessuno si dimentichi di noi»

Un opuscolo per non dimenticare il terremoto, gli ingenti danni che ha causato e le risorse necessarie per un sollecito ritorno ad una vita normale. Quella vita per molti sconvolta dalle scosse del 24 novembre scorso. L’opuscolo, dal titolo «Il terremoto dei bresciani» è un promemoria di dodici pagine che riporta gli episodi più importanti del sisma, distribuito a parlamentari, consiglieri, rappresentanti istiruzionali affinchè «il terremoto – scrivono il presidente Alberto Cavalli e l’assessore provinciale Riccardo Minini – non sia un evento da sottovalutare, ma si è rivelato una calamità gravissima, tanto da togliere la casa a duemila persone. Uno strumento per ricordare – invitano Cavalli e Minini – la necessità di raccogliere i fondi e stimolo alle istituzioni a ogni livello e ai cittadini italiani affinchè a questo evento continuino a dare l’attenzione che merita, partecipando con tutte le risorse indispensabili alla ricostruzione delle zone ferite dal sisma». Manca un minuto alla mezzanotte del 24 novembre quando la terra comincia a tremare. Venti secondi. Terribili. Un boato. Il terrore. A Salò la gente fugge per strada. I cornicioni sfondano i parabrezza delle vetture in sosta. L’asfalto è ricoperto di calcinacci. Le ambulanze corrono a sirene spiegate. Gli automobilisti sfrecciano senza una direzione precisa; alcuni sembrano impazziti. Una parte del campanile della chiesa di S. Bernardino è crollato. Davanti al Palazzo comunale, tra il porfido e le lastre di marmo, una lunga fessura, larga alcuni centimetri. La crepa percorre l’intero lungolago, e la base degli edifici. Sulle panchine alcune donne, avvolte nelle coperte, la maschera di ossigeno sul volto, vengono assistite dagli infermieri. C’è chi, alle 2, un paio di ore dopo la terribile scossa, rientra in casa. E chi, invece, decide di trascorrere la notte in automobile. Non fa troppo freddo: la temperatura si aggira sugli 8°. E scambiare quattro chiacchiere coi vicini aiuta. Al mattino, nell’ex campo sportivo Amadei viene allestita la base logistica. Decine i camion dei vigili del fuoco giunti da ogni provincia del Nord: Pavia, Bergamo, Milano, Verona… E poi il 118, i Volontari del Garda, la Protezione civile che fa capo alla Amministrazione provinciale, i carabinieri, gli uomini del Genio civile, i volontari, gli alpini, subito accorsi con i loro pentoloni per riscaldare il tè. Ma a impressionare maggiormente è la coda della gente, in paziente attesa. Ognuno lascia indicazioni semplici: nome, cognome, indirizzo, numero di telefono. La Prefettura crea il Centro operativo misto (Com) all’interno dell’Istituto tecnico Battisti. Il primo bilancio è rassicurante: nessun morto, solo tanta paura. È trascorso un mese, da quelle ore terribili. Gli sfollati (2.300 complessivamente, tra Alto Garda e Valle Sabbia) hanno ottenuto ospitalità da parenti e amici; altri, invece, sono sistemati negli alberghi o in strutture pubbliche. Ogni giorno che passa il numero diminuisce, ma la situazione rimane preoccupante. Morgnaga di Gardone, ad esempio, è diventato un paese fantasma. «E non possiamo nemmeno percorrere la strada centrale della frazione ? dice il sindaco di Gardone Riviera Alessandro Bazzani – perchè esiste il rischio di crolli. Abbiamo bisogno di ricevere in fretta i contributi statali. C’è chi stava ancora restituendo il mutuo, e chi, a 57-58 anni, non sa a quale banca rivolgersi per ottenerlo. Penso che sistemeremo gli sfollati ancora negli alberghi dopo il 6 gennaio, quando si renderanno disponibili alcune case delle vacanze. A un mese dal terremoto, la situazione è grigia, e il 2005 inizia con il magone». Luigiana Ghirardi, direttrice didattica: «Noi, a scuola, ci stiamo impegnando per tornare alla normalità. Il Comune di Salò ha garantito che i lavori di sistemazione della Olivelli, nell’ala vecchia danneggiata, saranno completati entro il 17 gennaio. Bisogna guardare al futuro con fiducia».

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