giovedì, Aprile 25, 2024
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La Soprintendenza chiede al Ministero di vincolare l’area verde della Traina

Niente case vicino al Vittoriale

La novità arriva alla fine. Dopo ore di discussione, a sorpresa, quando l’attenzione dei più sta ormai calando e la mente legge e rilegge il nastro degli argomenti già affrontati. «La Soprintendenza di Brescia – dice il sindaco di Gardone Riviera, Alessandro Bazzani – ci ha comunicato di avere chiesto di rendere inedificabile una fascia di verde al confine col Vittoriale. Si tratta di una parte dell’area Traina, meglio conosciuta come proprietà Lucchini. Eventuali osservazioni vanno inviate entro trenta giorni. Il vincolo sarà deciso dal Ministero dei Beni culturali. Insomma, un bastoncino tra le ruote dei privati». Il consiglio comunale riserva sempre il sale (o il veleno?) sulla coda. All’ultimo punto, infatti, si parla degli argomenti di stretta attualità. Così, dopo l’approvazione del bilancio preventivo, ecco le questioni più interessanti. La Traina, dunque. La proprietà Lucchini. In parte potrebbe diventare «inedificabile». Perché? Per inquadrare la vicenda, è necessaria una articolata premessa. Il vecchio piano regolatore generale, approvato nell’86 e ritoccato nel ’92, prevedeva grossi aumenti di volumetria. Nel marzo ’97, in consiglio comunale, passò una variante (il progettista era l’architetto Giovanni Cigognetti, allora sindaco di Salò), restituita nel ’99 dalla Regione, con la richiesta di una serie di modifiche. Qualcuno aveva suggerito di rigettarla. «No, no – osservò a suo tempo Bazzani -. Molto meglio tenerla». Il motivo? «In caso di contrapposizione tra il piano regolatore in vigore e l’ultima variante adottata, vale la norma più restrittiva». Detto, fatto. L’industriale Luigi Lucchini, ex presidente di Confindustria, e la società in accomandita semplice «Gardasee», del genero Michele Baietti, avevano la possibilità di costruire 26 mila metri cubi: 18 mila per un albergo-residence, 4 mila per un condominio, altrettanti per un hotel tradizionale. L’amministrazione guidata da Piercarlo Belotti concordò un taglio, dimezzando il tutto: 9 mila metri cubi abitativi e 4 mila alberghieri, per un totale di 13 mila. Il Pirellone però ha poi bocciato la parte residenziale («a causa della posizione adiacente al Vittoriale e della particolare morfologia»), autorizzando solo i 4 mila metri cubi, da collocare tra un livello di 120 e 130 metri sul livello del mare. E, al momento, vale quest’ultima indicazione. Adesso la proposta della Soprintendenza di vincolare tutta la fascia a ridosso del Vittoriale. Secondo argomento esaminato a ruota libera: la chiusura dell’ospedale Santa Corona di Fasano, dove si effettua riabilitazione cardiologica. «Abbiamo appreso dai giornali locali che andrebbe a Roè Volciano – commenta il sindaco -. Questa è la previsione inserita nel piano triennale approvato dalla Regione Lombardia. Non possiamo assolutamente accettare il trasferimento. Ritengo quindi indifferibile un incontro con il dottor Lucio Mastromatteo, direttore del Civile di Brescia, da cui la struttura di Fasano dipende». In passato la villa patrizia, con uno splendido giardino a lago, era adibita a colonia estiva: un centro di prevenzione pediatrico per malattie reumatiche. Divenne ospedale nel ’65 (il Santa Corona, appunto), aggregato al Civile nel ’78. L’ultima ristrutturazione risale al ’96, con la creazione di una piccola ala e di un parcheggio da 25 auto sulla piastra soprastante, ed il miglioramento dei servizi igienici. Dispone di un centinaio di posti letto (due sezioni maschili, una femminile e alcune camere singole a differenziazione alberghiera). Altrettanti i dipendenti (dieci i medici e 35 gli infermieri professionali). Sono 2500-2600 i ricoverati nell’arco di un anno: un migliaio i reduci da infarto, altrettanti gli operati di by pass e 500 sottoposti a sostituzioni valvolari. Arrivano, in gran parte, dalla Lombardia; non mancano, comunque, liguri e veneti. Nel ’99, interpellato sul rischio di una chiusura di Fasano, Mastromatteo rispose: «Le preoccupazioni sono infondate. Noi intendiamo adeguare l’offerta delle prestazioni ai bisogni dei cittadini. In questa ottica, il Santa Corona è destinato a integrarsi nel dipartimento cardio-toracico, in virtù della specializzazione da sempre posseduta nella riabilitazione di infartuati e ammalati di cuore. A tale scopo è prevista la riconversione di 15 posti letto, oggi mediamente non utilizzati, in riabilitazione respiratoria per pazienti che provengono da chirurgia». Ma, dopo l’approvazione del nuovo piano ospedaliero, Bazzani teme che la struttura venga cancellata. Terzo argomento: la proposta dell’Istituto tecnico «Battisti» di Salò di aprire il liceo turistico. «Siamo preoccupati – riconosce il sindaco -. A Gardone c’è l’istituto professionale alberghiero. Non vorremmo fosse danneggiato da una simile concorrenza. Il Caterina de’ Medici, tra l’altro, ha visto aumentare le iscrizioni per il 2001/2002, tanto da richiedere la disponibilità di alcune aule delle vicine scuole medie».

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