Tra i firmatari anche l’ex sindaco Girardi: «Una decisione che ci amareggia, gli ospiti andranno a Villa Spada». Petizione sottoscritta da 139 cittadini per tenere in vita l’Oasi di Pesina
«Non chiudete la casa di riposo»
Centotrentanove firme chiedono di evitare la chiusura della casa di riposo Oasi (Opera assistenza servizi integrati) di Pesina «Istituto Giacomelli». La petizione di questo gruppo spontaneo — resa ufficiale solo ora — è stata consegnata in originale il 28 marzo a Roberto Rodoz, neo presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto di assistenza anziani Villa Spada, e spedita anche al parroco della parrocchia dei Santi Apostoli di Verona proprietaria dello stabile e ai sindaci di Affi, Brentino Belluno, Caprino, Cavaion, Costermano, Dolcé, Ferrara di Monte Baldo, Garda, Rivoli, San Zeno di Montagna e Torri del Benaco. A questi amministratori si chiede di prendere a cuore la questione e di lavorare affinché la struttura «continui ad essere adibita a fini sociali come lo è stata per quasi mezzo secolo».Della petizione è capofila Mario Pellegrini e portavoce Maria Teresa Girardi, sindaco di Caprino quando la casa di riposo fu aperta 10 anni fa. Le firme sono state raccolte in velocità dopo la riunione convocata da Rodoz il 24 marzo per informare dell’irrevocabilità della chiusura: «Ci ha informato del fatto che gli ospiti saranno quanto prima trasferiti nella sede centrale di Villa Spada», ricorda Girardi, «sottoposta per l’occasione a lavori di ampliamento sostenuti da un finanziamento regionale».Della notizia voci giravano già: «Ringraziamo Rodoz per averci informati di un fatto che ci ha sorpresi tutti. Mai, prima di quella riunione, la precedente amministrazione ci aveva comunicato nulla. Alle nostre richieste di spiegazioni era stato sempre risposto che nulla era definito e che, anzi, c’erano trattative in corso con alcuni Comuni della zona per l’acquisizione dell’edificio».Nessuno, né Rodoz né i sindaci, hanno risposto ai firmatari. «All’attuale presidente chiediamo di riprendere contatto con la proprietà e con i vari Comuni affinché la struttura continui a essere centro servizi per la popolazione». E ancora: «Serve fare quadrato attorno ad un obiettivo comune: quell’antica dimora è molto ampia, ha un grande giardino che potrebbe divenire in parte spazio verde per Pesina e c’è un teatro che potrebbe essere ristrutturato». Per farlo servono molti soldi: «Se si ha un progetto e si fa una cordata si potrebbero cercare altri finanziamenti».E Pellegrini: «Questa nostra iniziativa è volta a sensibilizzare i sindaci del Baldo-Garda e della Valdadige. Con l’ampliamento a Villa Spada, infatti, si creano solo i posti necessari a far fronte allo spostamento, cosa succederà agli anziani che necessiteranno di ricovero se non ci saranno più posti disponibili?». E Girardi: «Che fine farà la convenzione per l’uso della casa di Pesina che ha ancora valenza ultra decennale?».Piero Bresaola non vuole entrare in polemica e si limita a precisare: «Quando ho lasciato la presidenza di Villa Spada, cioè all’inizio dell’anno, non avevo notizie da parte della proprietà di cessioni dell’immobile. Quando incontrai i familiari a novembre 2006 per definire la retta per il 2007 non sapevo nulla di quanto sarebbe successo»». Rodoz ribadisce: «Lo spostamento dall’Oasi di Pesina alla sede centrale era implicito nel momento in cui la Regione diede il contributo di 500mila euro per l’ampliamento del terzo piano di Villa Spada».