martedì, Aprile 23, 2024
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Entro il 2010 riduzione del 50% delle emissioni di anidride carbonica Arco nell'Alleanza dei comuni per il clima L'IMPEGNO CHE CONTA

«Non stiamo a guardare»

Sono più di 700 per ora i Comuni che hanno aderito all’associazione «Alleanza per il clima» e tra questi, per effetto di una recentissima delibera di giunta, c’è anche il Comune di Arco. Il quale, sottoscrivendone lo statuto, si è impegnato a raggiungere gli scopi, tra i quali il più importante è la riduzione sul proprio territorio delle emissioni di anidride carbonica fino al 50 per cento (rispetto ai valori attuali). Un risultato che si intende raggiungere entro il 2010. Non c’è termine, invece, per la riduzione sostanziale di tutti i gas considerati rilevanti per l’effetto serra.Potrà apparire velleitario, da parte dei Comuni europei (a proposito: la sede dell’Alleanza per il clima, fondata nel 1992, si trova a Francoforte sul Meno) che come Arco si sono prefissati questo obiettivo, ritenersi in grado di operare efficacemente rispetto ad un problema planetario. Ma come va ripetendo l’assessore all’ambiente Fabrizio Miori, i risultati si ottengono e sono migliori se l’azione si sviluppa, prima o dopo, nell’ambito locale. E ad Arco, ancora prima di aderire all’Alleanza, qualcosa è già stato fatto per il contenimento dei consumi di energia, «quell’energia che si spreca e per la cui produzione – ha affermato Miori nell’incontro sull’inquinamento luminoso che si è svolto un paio di settimane fa a Palazzo Panni – si immettono ogni giorno tonnellate di anidride carbonica in atmosfera, si toglie l’acqua ai nostri fiumi e si generano pericolose scorie che è quasi impossibile smaltire».Modestamente, ma concretamente, gli amministratori comunali arcensi hanno posto in essere delle iniziative per risparmiare energia. Partendo innanzitutto dagli uffici municipali (nelle sedi pubbliche, si sa, generalmente non si bada a tener controllati i consumi nè per quanto riguarda il riscaldamento nè per la luce): nel corso del 2001 è stato redatto il bilancio energetico e i dati emersi sono soddisfacenti, anche perché molti degli edifici pubblici esaminati sono stati ristrutturati di recente. Lo stesso monitoraggio ha riguardato i 40 chilometri (1700 punti luce) di rete di illuminazione pubblica. In seguito sono state sostituite le lampade a vapori di mercurio con lampade al sodio ad alta pressione, realizzando così un risparmio del 15% della potenza impegnata. Inoltre sul 30% della stessa rete (entro l’anno aumenterà al 50%) sono stati montati dei riduttori di potenza funzionanti nelle ore notturne; il risparmio energetico ottenuto è pari al 30%. Sul resto della rete funziona la doppia linea cn spegnimento alternato delle lampade ad orario programmato. Il Comune per il futuro intende sperimentare sistemi di illuminazione con fibre ottiche (che consentono di illuminare ampi spazi con consumi ridottissimi), ma intanto, ricorda Miori, ha già provato con le fonti alternative, ossia con i lampioni alimentati da pannelli solari che, ad esempio, rischiarano alcuni parchi gioco. «E’ un sistema che ha dei limiti – spiega l’assessore – visto che l’energia fotovoltaica prodotta deve essere immagazzinata in accumulatori posti alla base del lampione, poiché non è ancora possibile il collegamento con la rete di energia elettrica. Tuttavia credo che l’ente pubblico debba per primo dare l’esempio nella prospettiva di un utilizzo sempre più diffuso delle fonti energetiche pulite».

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