venerdì, Marzo 29, 2024
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Apre oggi lo storico locale che dagli anni Cinquanta era adibito a cinema. Per 15 giorni all’anno il Comune ne usufruirà gratuitamente

Nuova vita per il Teatro Alberti

Il 30 giugno sarà una data importante per Desenzano. Verrà infatti inaugurato il Teatro Alberti, l’ex cinema di via Santa Maria completamente ristrutturato. Prima del taglio del nastro ufficiale però, la società «Teatriz», che gestirà lo storico locale di proprietà di Patrizia Bergamaschi, ha deciso di anticipare l’apertura della sala: oggi alle 17 verrà proiettato un filmato dell’alpinista castiglionese Fausto De Stefani. Dopo una lunga controversia tra i Bergamaschi, il Comune e la Sovrintendenza, si è arrivati così alla riapertura della sala: il nuovo Alberti offrirà serate di musica jazz, blues, cabaret, sfilate di moda, recital musicalie mostre. In virtù di una convenzione firmata il 19 gennaio scorso, il Comune di Desenzano potrà usufruire gratuitamente delle sale del teatro 15 giorni all’anno, per rappresentazioni teatrali, convegni, concerti e proiezioni. «L’appuntamento di oggi rappresenta in un certo senso una pre-inaugurazione – spiega l’assessore alla Cultura, Maria Vittoria Papa -. Con la proiezione del filmato di De Stefani, il Comune “rientra” così nelle storiche sale. E questo per gentile concessione della società che gestisce la struttura e con la quale organizzeremo la prossima stagione teatrale. A partire da ottobre infatti, gli spettacoli della rassegna si svolgeranno nello spazio ristrutturato». Come spiega Tullio Ferro nel suo libro «Alla scoperta di Desenzano del Garda», il complesso dell’Alberti risale al XV secolo, quando venne costruita la chiesa di Santa Maria de Senioribus. La famiglia Alberti lo acquistò alla fine del XVIII secolo quando la chiesa venne trasformata in teatro per opera di due architetti scenografi della Scala di Milano. L’inaugurazione del teatro avvenne, con non poco scandalo di molti desenzanesi, il primo gennaio del 1815. Nel corso dell’Ottocento, l’Alberti divenne così meta di compagnie teatrali di rilievo. Nel Novecento iniziò ad essere trascurato e nei primi anni Cinquanta i palchi furono abbattuti per costruire la sala cinematografica.

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