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«Comunità del Garda un punto di riferimento da rilanciare da subito»

«Nuovi contenuti dalla futura gestione della navigazione»

Quale futuro per la ? Se lo chiedono in molti, quanti cioè seguono con attenzione i problemi del bacino benacense. Alle vecchie défaillances di alcuni comuni della sponda veronese, si aggiungono ora le rinunce di Sirmione e di Desenzano. Eppure la Comunià costituisce un punto di riferimento indispensabile per l'intero bacino. Un esempio è il servizio di promosso dalla stessa Comunità e che ha trovato subito l'adesione del Ministero dei Trasporti e della Marina militare la quale ha esteso a sei mesi – ventiquattro ore su ventiquattro – la perlustrazione delle acque del lago con una motovedetta d'altura. I risultati, in cinque anni, sono stati notevoli. Basti pensare, oltre alla sorveglianza delle sponde, alle operazioni di salvataggio di naufraghi fra cui quella di una quarantina di turisti nello scorso 2003 al largo di Gargnano. La Comunità potrebbe aspirare a svolgere anche altri servizi assai importanti per l'intero bacino, primo fra tutti quello della gestione dei trasporti attualmente effettuati dalla . La nuova legge, infatti, ha disposto che tale gestione passi alle Regioni. E perché non affidare alla Comunità, trasformata in Consorzio di Comuni, tale fondamentale servizio per risolvere anche il problema di un eventuale conflitto gestionale che potrebbe nascere fra le tre Regioni del bacino? Inoltre gli utili derivati dall'impresa ridurrebbero sensibilmente la quota di partecipazione attualmente versata dai Comuni, ragione primaria delle disdette associative. Va detto anche che il passaggio della Navigarda alla Comunità del Garda non inciderebbe sull'attuale realtà organizzativa direzionale che ha già dato ampia prova di ottima gestione. Tale passaggio – dai molti aspetti positivi – non dipende, comunque, dalla sola volontà della Comunità stessa, ma innanzi tutto da quella delle Regioni competenti. Tutto ciò ed altro verrà discusso a metà gennaio all'annunciato forum che si svolgerà a Gardone Riviera, conclusivo dell'approfondimento delle problematiche della Comunità esaminate in tre riunioni, l'ultima del 20 settembre e che l'assemblea potrebbe fare proprie. Dall'incontro di gennaio uscirà, dunque, la scelta sull'assetto giuridico della Comunità del Garda, e precisamente quella di trasformarla in Associazione volontaria di Comuni, o Consorzio di servizi, fra cui, appunto, la gestione della che già da sola darebbe un forte contenuto all'ente rinnovato. Si tratterebbe, quindi, di rinsaldare, con nuovi contenuti, una realtà varata mezzo secolo fa, rappresentativa dell'identità gardesana che affonda le radici nella storia.

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