venerdì, Marzo 29, 2024
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Domenica prossima intervento dei volontari con tredici sommozzatori e cinque barche di appoggio. Il gruppo della Protezione civile ripulirà 200 metri di litorale

Operazione acque pulite sul lago

Non sarà esattamente un tuffo dove l’acqua è più blu. Anzi: la missione alla quale i volontari del gruppo della protezione civile di Castelnuovo voteranno l’intera giornata del 14 ottobre consisterà proprio nell’estrarre dai fondali del lago tutto ciò che fa virare il possibile blu di quelle acque verso le sfumature di un improbabile marrone. «Un’operazione analoga», racconta Franco Zendrini, che del gruppo è presidente, «la facemmo già qualche anno fa, e tirammo fuori dall’acqua ogni genere di mercanzia». Il lavoro dei volontari – che per la giornata hanno allertato anche i «colleghi» della protezione civile Ana di Peschiera e del gruppo sub di Villafranca – si svolgerà su poco più di duecento metri di litorale gardesano, a partire dalla località Campanello di Peschiera. Non sarà un campo d’azione così vasto come pure ci si sarebbe potuti augurare, ma è comunque il massimo che l’Ispettorato di porto abbia concesso al gruppo di pulire, conseguentemente bloccando in quel tratto la navigazione: «Del resto», spiega Zendrini, «in una giornata non si riuscirebbe nemmeno a coprire una zona più ampia, perché i fondali sono fangosi e poco profondi». E in un metro e mezzo, la semplice azione di smuovere un oggetto rischia di intorbidare le acque molto a lungo, costringendo il «pulitore» a una lunga interruzione. Per portare a termine il compito, definito sotto l’inevitabile titolo di «operazione fondali puliti», i volontari potranno contare – oltre che sui colleghi che hanno invitato da fuori – sui loro tredici subacquei «brevettati» (nel senso che sono effettivamente abilitati a svolgere l’attività di sommozzatore), che si immergeranno dalle cinque imbarcazioni che, di riffa o di raffa, il gruppo è riuscito a recuperare: «In primo luogo», dice Zendrini, «abbiamo il gommone attrezzato che la Regione e il Comune ci hanno donato alla fine dell’anno scorso; poi, possiamo far conto sulla nostra barchetta, e anche sulle imbarcazioni che i soci hanno deciso di metterci a disposizione». Per lo stivaggio delle bottiglie, dei sacchetti di plastica, dei copertoni, delle lattine e di tutta la multiforme oggettistica che l’affollamento balneare della stagione estiva ha lasciato in eredità all’acqua del Garda, il gruppo della protezione civile di Castelnuovo s’è dotato di una decina di sacchi di iuta: «Al Comune», dice il presidente, «abbiamo chiesto la possibilità di utilizzare un container per depositarvi l’immondizia che avremo raccolto, e al responsabile del depuratore abbiamo chiesto di occuparsi dello smaltimento di quei rifiuti, che vengono considerati di genere “speciale”». Il tempo di riprendersi dall’avventura subacquea, e poi la quarantina di volontari del gruppo di Castelnuovo riprenderà in mano la consueta attività invernale «di terraferma»: «A fine ottobre», dice Zendrini, «ricominceremo a fare il giro delle scuole per i nostri corsi di primo soccorso, in previsione dell’esercitazione che, come ogni anno, anche quest’inverno coinvolgerà gli studenti del Comune». In sostanza, in assoluta contemporaneità, i ragazzi e gli insegnanti dovranno abbandonare tutte le scuole – in fretta e furia, ma assolutamente in ordine – esattamente come dovrebbero fare nel caso in cui si presentasse una qualunque calamità, dall’incendio al terremoto. Quanto all’estate, la maggior parte dell’attività dei soci consiste nel mettere a disposizione volontari e gommone – che costa una cosa come 25 milioni, «e meno male», sorride Zendrini, «che ci hanno aiutato Regione e Comune!» – per il pattugliamento delle acque benacensi nei fine settimana, di concerto con polizia e carabinieri. L’allerta, in ogni caso, arriva quasi sempre dalla Prefettura: «Sono loro», spiega il presidente, «che ci invitano a metterci in azione non appena venga segnalato un pericolo per l’incolumità dei cittadini». Per evenienze come queste, bisogna dunque, prepararsi: «E insieme ai colleghi di Malcesine, per esempio», conclude Zendrini, «noi ci aggiorniamo sui tipi d’intervento da seguire in caso di incendi boschivi o civili».

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