venerdì, Marzo 29, 2024
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L’esito della vicenda giudiziaria, il passivo della società veronese e la «virata» veneta: tre ragioni che facilitano un’intesa per il D’Annunzio

Ora Brescia può davvero acquistare Montichiari

«Siamo davvero soddisfatti, ma aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza per capire come muoverci». È di poche parole il presidente di Abem, Franco Tamburini, nel commentare la sentenza dell’altro ieri del Tar di Brescia. Un atto «rivoluzionario», sospensivo della convenzione siglata il 20 aprile 2008 dall’Enac, che assegnava alla Catullo la concessione per lo scalo di Montichiari.IL DECRETO MINISTERIALE di registrazione del documento avrebbe dovuto perfezionare l’iter e consegnare definitivamente ai veronesi il D’Annunzio per 40 anni. Decreto che non è mai arrivato e che a questo punto, dopo questa sentenza che la convenzione l’annulla, non arriverà più.Ora – spiegano i legali della società bresciana – si aprono tutte le possibilità e nella partita per il D’Annunzio la palla torna al centro. L’ipotesi più ragionevole è che si vada a gara pubblica, ma solo dalle motivazioni della sentenza – che saranno rese note presumibilmente nel giro di un mese – si potrà evincere quali sono gli orientamenti da seguire.Nel frattempo, l’aeroporto continuerà la sua normale operatività. È possibile che Enac riaffidi la gestione del D’Annunzio con un provvedimento d’urgenza alla stessa Catullo la quale sembra intenzionata a ricorrere al Consiglio di Stato. «Eravamo fiduciosi nella magistratura e nel fatto che la convenzione siglata dall’Enac non rispettasse la legislazione europea – incalza Franco Bettoni, presidente della Camera di commercio che insieme ad Aib è un po’ il cuore di Abem -. Questa sentenza rimette tutte le cose a posto». Anche se cosa accadrà ora non è ancora ben chiaro «dobbiamo rifletterci un attimo» , sostiene Bettoni.In sospeso c’è poi un ulteriore ricorso, quello che Abem ha depositato il 2 luglio al Tar del Veneto. In questo caso la società ha chiesto la sospensiva del decreto che rinnova la concessione alla Catullo per l’aeroporto di Verona Villafranca. Atto in cui si indicava nei veronesi «gli unici soggetti legittimati a presentare istanza di concessione per gli aeroporti di Brescia e Verona». Ma la vicenda veneta è in tutto e per tutto subordinata al ricorso di Brescia, il cui esito rappresenta la vera chiave di volta per la partita di rilancio del D’Annunzio.LA GARA PUBBLICA, si diceva, è una delle ipotesi che ora si aprono e che Abem richiede con forza. Ma non è detto che si debba arrivare a quel punto. La guerra tra Brescia e Verona potrebbe anche finire molto prima. Secondo fonti bresciane, si starebbero intensificando negli ultimi giorni i contatti tra le due parti finalizzati a raggiungere un accordo per la cessione del D’Annunzio.Del resto, a Verona servono nuove risorse economiche finalizzate a coprire il passivo di fine anno del sistema aeroporti del Garda, stimato sui 5 milioni di euro. Quale migliore occasione, dunque, per «liberarsi» dello scalo bresciano che dal 2002 ad oggi ha accumulato perdite per 30 milioni di euro? Il momento potrebbe essere davvero quello propizio, tanto più in considerazione del fatto che, appunto, le ultime vicende giudiziarie stanno dando ragione ai bresciani e che la strategia della Catullo punta a un rafforzamento sull’asse veneta, anziché su quella lombarda. «Siamo sempre stati disponibili a trattare – commenta Tamburini – ma non abbiamo mai ricevuto risposte soddisfacenti». Il futuro potrebbe riservare sorprese.

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