venerdì, Marzo 29, 2024
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Risolto il giallo dei finanziamenti regionali che sembravano spariti per la realizzazione di un nuovo complesso tra Salò e Gavardo. Cipani: «L’importante è costruire e dare risposte concrete al territorio, che vuole un plesso per acuti»

«Ospedale dell’alto Garda, è tempo di decidere»

«Le prime notizie, che parlavano della revoca dei 29 milioni euro di contributo per la costruzione del nuovo ospedale, mi avevano gettato nello sconforto – dice il sindaco di Salò, Giampiero Cipani -. Pensavo che il mondo mi crollasse addosso. Stamattina ho invece appurato in Regione che si è trattato di un disguido. I soldi non sono spariti. Anzi, vengono riconfermati. Il Pirellone ha mantenuto il discorso e, in un certo senso, rivolge ai sindaci del medio-alto Garda e della Valle Sabbia l’invito a mettersi d’accordo per trovare una soluzione. L’importante è costruire, e dare risposte all’intero comprensorio per quanto riguarda gli acuti». Nell’ambito del Piano pluriennale degli investimenti, che nel 2004 ha già portato all’apertura di 38 cantieri, la Regione Lombardia ha deciso di stanziare 393 milioni di euro per la provincia di Brescia. «Sembrava che i finanziamenti riguardassero Esine, Manerbio, Chiari, Iseo e Brescia – aggiunge il sindaco -. Invece è stata confermata la delibera di giunta del giugno 2003 che, revocando gli stanziamenti per le opere di edilizia sanitaria previsti in vecchie delibere, e non ancora avviate, sottolineava la necessità di concentrare i finanziamenti su situazioni significative. A tale proposito Finlombarda spa aveva analizzato il profilo economico-finanziario dei progetti, stabilendo di collocare il nuovo presidio nel comprensione di Roè Volciano, dopo avere acquisito il consenso degli enti locali con l’esatta individuazione dell’area. L’obiettivo non cambia». L’ufficio stampa del direttore generale Mauro Borelli ha emesso un comunicato stampa titolato «Niente allarmismi, la Regione ha confermato i 29 milioni di euro. Il finanziamento per l’ampliamento dell’ospedale di Gavardo non è stato revocato». «Mi sembra ?riprende Cipani- che qualcuno contribuisca ad alimentare la diffusione di notizie non proprio veritiere. La Regione continua a parlare di nuovo presidio per acuti nel comprensorio di Roè (indicativamente significa un’area tra Gavardo a Salò), non di allargamento e risistemazione dell’edificio di Gavardo». I sindaci della Valle Sabbia, e pure alcuni dell’Alto lago, si erano comunque espressi per quest’ultima soluzione. Progressivamente spogliato di Ostetricia-ginecologia, Oculistica, Otorino, Chirurgia, Ortopedia, Pronto soccorso, Medicina, Fisiatria e recupero motorio, Salò ha perso tutti i posti letto che aveva (140). Gli ultimi, di Psichiatria, sono stati trasferiti a Gavardo la notte del terremoto e, in cambio, dalla valle del Chiese hanno poi mandato la comunità protetta, che accoglie gli psicolabili, senza effettuare ricoveri. L’immobile sul lago è ora semivuoto. Dispone soltanto della dialisi, dei poliambulatori e della radiologia. Una mozione approvata all’unanimità da tutte le forze politiche di Salò sottolinea che la destinazione del fabbricato non verrà mutata finchè «non sarà cantierata la struttura dell’ospedale previsto dalla Regione». Solo in un momento successivo si approverebbe una variante al Piano regolatore, consentendo al direttore generale dell’azienda di Desenzano di trasformare l’edificio in residenziale, così da venderlo, ricavare un buon gruzzolo e destinarlo al nuovo nosocomio. C’è l’impegno a «considerare eventuali ipotesi di variazione urbanistica anche prima del cantieramento dell’opera, purchè rientrino nelle modalità dell’intervento preventivo e, comunque, subordinatamente all’ottenimento di garanzie. Con riserva di adottare gli atti amministrativi definitivi dopo il completamento del nuovo ospedale».

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