venerdì, Aprile 19, 2024
HomeAttualitàOspedale, i Ds insistono: «I fondi? Mai stanziati»
Non si placa il botta e risposta con il direttore Borelli

Ospedale, i Ds insistono: «I fondi? Mai stanziati»

Replicando all’intervento di Mauro Borelli, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Desenzano, comprendente anche le strutture di Salò, Gavardo, Manerbio e Leno, i Ds gardesani insistono sulla loro posizione: «I soldi per ampliare l’ospedale di Gavardo non ci sono – dice il segretario della sezione di Salò, Vincenzo Zambelli – I famosi 29 milioni di euro, poi diventati 31 e mezzo, esistono soltanto sulla carta. Lo hanno verificato a Roma, al Ministero della Sanità, i parlamentari della nostra area». «Volendo smentire la denuncia da noi fatta nel corso di una conferenza stampa – prosegue Zambelli – Borelli conferma quanto avevamo sostenuto: i soldi per i nostri ospedali non ci sono mai stati. Egli afferma che in giugno, dopo l’insediamento del governo-Prodi, la Giunta regionale ha deliberato di abbandonare l’idea di un ospedale nuovo, a Roè Volciano o dintorni, e l’azienda ha approvato l’ampliamento di Gavardo. Curioso che il 6 aprile, tre giorni prima delle elezioni politiche, Roberto Formigoni avesse inviato a Roma il programma di edilizia sanitaria, andando a chiedere i quattrini. A dimostrazione che i famosi 29 milioni di euro figuravano solo sulla carta. I casi sono due: o gli assessori regionali, da ultimo il leghista Alessandro Cè, il sindaco di Salò, Giampiero Cipani, e il direttore Borelli in questi anni sono stati buggerati dai loro rappresentanti al governo Berlusconi-Tremonti, oppure hanno raccontato frottole». «La nostra posizione è sempre stata chiara – conclude Zambelli – quand’anche fossero esistiti, abbiamo sempre ritenuto insufficienti i 29 milioni per realizzare una nuova struttura: un’ipotesi, quindi, non credibile. Di conseguenza abbiamo sempre sostenuto il progetto di ampliare e qualificare l’ospedale per acuti di Gavardo. Inoltre continuiamo a chiedere che nell’edificio di Salò, dove sono rimasti gli ambulatori e la diagnostica, si realizzi finalmente un presidio riabilitativo e di servizi di base, come fatto a Rovato, Palazzolo e Leno, utilizzando i dieci miliardi di vecchie lire a suo tempo stanziati dalla Regione, grazie anche alla nostra iniziativa (1998, giunta comunale Cigognetti), un progetto poi abbandonato dall’ex direttore Angelo Foschini, con la conseguente cancellazione del finanziamento regionale. Non vorremmo che, oggi, si pensasse di vendere il nostro ospedale per fare cassa».

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