giovedì, Aprile 25, 2024
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In Regione c’è chi sta cercando una mediazione (Fiorin) e chi critica l’assessore (Franchetto). Gava dirà se accetterà la sentenza del Tar a favore dell’apertura

Ospedale, martedì si decide

«La Giunta verificherà se risponder e alla sentenza del Tar integrando con ulteriori motivazioni la delibera 3.223 del 2002 con cui è stata decisa la chiusura dell’ospedale di Caprino oppure se scegliere altre strade». Martedì la risposta quando Gava comunicherà alla V Commissione consiliare veneta (quella che si occupa di Sanità) ciò che effettivamente intende fare dell’ospedale del Baldo. Le possibilità, a fronte dell’accoglimento al Tar del ricorso presentato dal Comune contro la chiusura decisa dalla Regione, sono due: accettare il giudizio del tribunale amministrativo che condanna la politica programmatoria del governo Galan e quindi tenere in vita l’ospedale; ricorrere al Consiglio di Stato per ribadire la necessità della sua dismissione con creazione di un presidio polifunzionale. Nel primo caso, Gava dovrebbe accettare il fallimento del suo disegno sanitario, cosa che già per tre volte ha rifiutato di fare nonostante i giudici abbiano accolto le istanze dei Comuni condannando di fatto le scelte regionali. Nel secondo, l’assessore ribadirebbe la bontà del suo progetto di riorganizzazione della sanità sul territorio, cioè creazione di ospedali di rete per ciascuna provincia sostenuti da centri polivalenti dislocati sul territorio, il tutto attraverso la chiusura o l’accorpamento di strutture considerate in esubero. Come Caprino. I termini giuridici della vicenda non lasciano scappatoie. «Confidiamo in una pronta accoglienza della sentenza da parte della G iunta regionale », ha dichiarato il sindaco di Caprino Maria Teresa Girardi, « in caso contrario saremo costretti a mettere in moto le procedure per un commissario ad act a in grado di farla rispettare ». «Abbiamo detto a Gava», ha sottolineato l’assessore Gaspari, «che siamo disponibili a fermare l’iter procedurale attivato dal Tar, evitando quindi il commissariamento, in cambio di una soluzione che accontenti tutti, cioè il mantenimento a Caprino di un’attività ospedaliera che non sia per acuti ma che almeno garantisca, al di là del primo soccorso, anche l’assistenza geriatrico-riabilitativa». Gava tace. Ciò che comunicherà martedì alla V Commissione non è dato sapere. L’unica cosa certa è che, anche dentro alla maggioranza, di fronte a tre giudizi amministrativi che condannano la morte dell’ospedale di Caprino definendo «insufficienti» i motivi addotti dalla Regione, c’è chi lavora dietro alle quinte per trovare un punto d’incontro. Come il vice presidente Angelo Fiorin (Forza Italia) che assicura « c’è ancora un margine per affrontare la questione con una riflessione politica » , buttando lì che «l’ospedale di Caprino non rimaneva vuoto prima della sentenza e non è nostra intenzione che lo rimanga dopo. Semplicemente si tratta, alla luce del pronunciamento dei giudici, di capire come interpretare i bisogni della comunità. Credo comunque», conclude, «che non sia possibile espropriare il potere programmatorio della Regione: si può indirizzarlo con l’intenzione di migliorarlo ma non si può sostuituirlo». Mavalà. Potesse replicare, sarebbe questa la risposta dell’altro vice presidente del Consiglio regionale Gustavo Franchetto (Margherita) , che si augura solo una cosa: «Che la Giunta accolga quanto deciso dal T ar e riveda la sua decisione di chiusura , che non è un totem intoccabile . Gava ricorre al Consiglio di Stato? Sarebbe gravissimo, dopo tre sentenze che condannano i suoi progetti, bisogna avere la forza di ammettere che sono sbagliati e il coraggio di modificarlo » . Di tutt’altro avviso, visto anche il suo ruolo di difensore, è l ’avvocato della Regione Romano Morra che smonta l’ ambaradan dei ricorsi al Tar appellandosi al più generale piano di riordino del settore. «U n provvedimento di alta amministrazione come la delibera che disegna strategicamente l’organizzazione della rete ospedaliera » , spiega, « va considerato nella sua complessità dal momento che i criteri generali che l’informano spiegano anche le singole scelte relative alle particolari situazioni territoriali». Concetto questo ribadito, da un punto di vista politico, anche dall’assessore Gava : « U na delibera di G iunta è una scelta politica che, come tale, comporta di per s é notevoli elementi di discrezionalità » .

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