La Margherita vuol rilanciare il dibattito: l’ampliamento di Gavardo o una struttura nuova? In questa fase «serve un pronto soccorso a Gargnano e Vestone»
«Ospedale: si ritorni a discutere»
La Regione vuole realizzare un nuovo e funzionale ospedale oppure recuperare le necessarie risorse economiche per riqualificare il presidio di Gavardo? Il quesito lo pone oggi la segreteria provinciale della Margherita, che denuncia la «totale assenza di una linea politica da parte della Giunta Formigoni in merito alla situazione ospedaliera del Garda e della Valsabbia». «Su questa annosa questione — dichiara il segretario provinciale della Margherita Gianantonio Girelli — si sta rappresentando l’ennesima commedia tesa a generare disinformazione e tensione tra i cittadini e i rappresentanti delle istituzioni. La Margherita chiede che la Regione e i sindaci interessati tornino a sedersi allo stesso tavolo, per trovare insieme una soluzione comune». Tutto è iniziato nel 2003, quando i primi cittadini della zona sottoscrissero un documento dell’attuale direttore dell’Azienda ospedaliera di Desenzano, Mauro Borelli, che proponeva di ampliare l’attuale ospedale di Gavardo. «Nel febbraio 2005, la Giunta regionale ha invece stanziato 29 milioni di euro per realizzare un nuovo presidio — ricorda Antonio Moro, portavoce del circolo alto Garda della Margherita -; un importo considerato insufficiente dallo stesso Borelli». In un suo studio, il direttore dell’Azienda desenzanese ha confermato la volontà di provvedere a un ampliamento dell’attuale struttura di Gavardo, lasciando da definire la questione della riabilitazione e della lunga degenza. E lo stesso comune di Gavardo ha introdotto nel proprio Piano regolatore un’area per questa operazione. A oggi, va sottolineato, Gavardo rappresenta l’unico presidio sanitario pubblico dotato di pronto soccorso per chi vive nell’alto Garda e in Valsabbia. «La Margherita ritiene che la salute sia un tema troppo importante per divenire speculazione politica, ma crede che ognuno debba prendersi le proprie responsabilità in relazione al ruolo rivestito. In questo senso ritieniamo insensato — prosegue Girelli — che i comuni abbiano solo un ruolo consultivo sulla decisione di costruire nuovi presidi nelle loro zone. Noi crediamo che la legge 31 sia da modificare, offrendo alle amministrazioni comunali un ruolo maggiore e la possibilità di investire e valorizzare le risorse territoriali esistenti. Per fare un esempio, chi vive in paesi come Tignale o Bagolino dista almeno un’ora di autoambulanza dall’ospedale gavardese: per queste persone è necessario realizzare almeno un pronto soccorso a Gargnano e a Vestone».
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