venerdì, Aprile 19, 2024
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La Regione ha finanziato il progetto di ristrutturazione. Verrà realizzato utilizzando le mura di una stalla

Ostello, in arrivo i soldi

La giunta regionale ha stanziato un contributo di 349.842 euro per finanziare la costruzione di un ostello in quella che fino ad oggi è una grande stalla utilizzata per la mungitura, non troppo lontano dal rifugio Novezzina. L’intervento è il secondo stralcio di un progetto più ampio — costo un milione e mezzo di euro — che vuole trasformare Novezzina nell’avanguardia scientifica del Baldo. «È una bella notizia», commenta Guerrino Coltri, sindaco quando il progetto di valorizzazione dell’area di interesse botanico e ambientale di Novezzina fu redatto dalla Comunità montana del Baldo e ora vicesindaco e vicepresidente della Comunità. E il sindaco Paolo Rossi, a sua volta soddisfatto, puntualizza: «Siamo lieti che la Regione ci aiuti, l’impegno dell’amministrazione comunale è notevole, la nostra quota è di 150mila euro, ma ne vale la pena. Sono soldi ben spesi perché nascerà un polo di attrazione scientifico-ambientale unico». Coltri spiega: «Il primo stralcio è in fase di ultimazione: è stata sistemata l’area vicina al rifugio e al giardino botanico, c’è una nuova piazzola per i pic-nic, si è intervenuti sulla faggeta, sono state rifatte pavimentazioni, recinzioni, staccionate». Anche in questo caso Venezia ha contribuito con 350mila euro, 50mila li ha garantiti il Comune, 100mila sono arrivati dalla Fondazione Cariverona. Il secondo stralcio provocherà molti cambiamenti. «La stalla da trasformare in ostello si trova sotto il rifugio. Nel rifugio Novezzina resterebbero l’alloggio del custode, una sala conferenze ampliata e aule didattiche. L’ostello avrà tra i 70 e i cento posti letto e la zona ristorante. Nell’area dell’orto botanico resterà un bar», sottolinea Coltri. Ma c’è un ma: riguarda la destinazione delle mucche, che ora stazionano nella stalla destinata a trasformarsi in ostello. «Certo, dobbiamo garantire ai malghesi la sala mungitura», si affretta a sottolineare Coltri, «e infatti la Comunità montana del Baldo si sta impegnando a trovare finanziamenti per portarla più a valle». Viene da chiedersi perché costruire una stalla quando c’è già e aprire un nuovo ostello quando un rifugio già esiste. Coltri spiega: «Sarebbe molto meglio che la sala mungitura fosse più a valle, così si toglierebbero le mucche dall’asfalto della strada, eliminando problemi di viabilità». Quanto al rifugio, Coltri sottolinea: «A Novezzina serve una sala conferenze ampia, che verrebbe collegata all’osservatorio astronomico. Qui stiamo ragionando in grande, perché molto si sta movendo, anche la gente». Il progetto prevede infatti il terzo stralcio. «Servono altri 500mila euro», riprende Coltri, «per realizzare l’ormai noto “Sentiero per tutti” dedicato ai diversamente abili, da Novezzina a Malga Gambon, e il recupero del baito a fini museali. Ci piacerebbe esporre antichi strumenti per l’agricoltura di montagna». Cipriano Castellani, presidente della Comunità montana, commenta: «Siamo veramente lieti che la Regione abbia mantenuto l’impegno preso nel 2002, quando approvò la prima parte del progetto ora in fase di ultimazione. Ora andiamo avanti, tutto questo serve per dare valore all’intero comprensorio del Monte Baldo». Progetto promosso anche da Averardo Amadio, un’istituzione del Wwf e del mondo ambientalista veneto: «In generale il progetto di riqualificazione dell’area di Novezzina è un esempio di quanto si deve fare sul Monte Baldo. Occorre proprio conservare e quindi promuovere i valori che il Baldo custodisce affinché siano non solo visti, ma anche capiti, studiati e salvaguardati».

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