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Il 31 ottobre si apre a Riva la tradizionale stagione di prosa delle amministrazioni comunali di Arco, Riva del Garda e Nago-Torbole.

Othello, la H è muta…

Si apre giovedì 31 ottobre con «Othello, la H è muta…», una co-produzione del Rossetti Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, BaGS Entertainment e Malguion srl per la regia degli Oblivion (Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli), la tradizionale stagione di prosa  delle amministrazioni comunali di Arco, Riva del Garda e Nago-Torbole, realizzata con il coordinamento di Alto Garda Cultura, il Servizio di attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda, e del Coordinamento teatrale trentino. Alle 21 a Riva del Garda, Palazzo dei Congressi.

Anno 2013: 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi, 200 anni dalla nascita di Richard Wagner. E 10 anni di Oblivion. Nel 1603 Shakespeare scrive Othello. Otello è la prima opera di Verdi in cui si avverte chiaramente l’influsso di Wagner, ed è anche la prima parodia mai scritta dagli Oblivion. L’inevitabile si è compiuto: un nuovo progetto speciale per gli Oblivion.
Due secoli di critica musicale e teatrale condensati in una rivoluzionaria scoperta: la differenza tra l’Otello verdiano e quello shakespeariano? È la lettera H… E così si compie il misfatto e il doppio bicentenario Verdi-Wagner viene comicamente profanato alla maniera degli Oblivion.

Gli Oblivion, ancora in tour con «Oblivion Show 2.0: il sussidiario», accolgono la sfida lanciata dalla numerologia dando vita a un evento eccezionale: «Othello, la H è muta…». Il Moro ritorna per l’ultima volta in scena, amato e tradito dai cinque alfieri canterini. Un’orgia tra Wagner, Verdi e Shakespeare nella quale a Rossini spetta il ruolo di voyeur. Un pianista con un piano ben preciso accompagnerà gli Oblivion in un percorso shakespeariano alternativo. Da Otello a BalOtello in tutti i Mori, in tutti (gl)i Iaghi.

La classica vicenda shakespeariana prende pieghe del tutto inattese e càpita che i nobili personaggi verdiani si dimentichino i testi di Arrigo Boito per usare quelli di Mogol o di Zucchero. Teatro comico musicale al suo meglio, con tanto talento dispensato senza avarizia, arricchito dagli equilibrismi canori e dai montaggi beffardi ma impeccabili cui ci hanno abituati questi cinque formidabili attori e cantanti, diventati in poche stagioni beniamini del pubblico teatrale, seguiti da decine di migliaia di spettatori anche su internet.

Informazioni:

Servizio attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda

www.altogardacultura.itwww.comune.rivadelgarda.tn.it

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