mercoledì, Aprile 24, 2024
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In risposta alle lettere del comitato sorto in difesa di Piazza d’Armi nuove interrogazioni alla Soprintendenza

Parcheggio, scrive il ministero «Dateci notizie sul progetto»

Anche il ministero per i Beni e le attività culturali si sta interessando del progetto per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo in piazza Ferdinando di Savoia, o piazza d’Armi. Il direttore del servizio I – patrimonio architettonico del dicastero, ha scritto alla Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Verona e alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto: la lettera fa riferimento alla segnalazione inviata a Roma dal comitato civico Piazza d’Armi, contrario all’ipotesi del parcheggio, e invita «gli uffici in indirizzo a voler fornire aggiornate notizie al riguardo nonché ogni utile elemento ed osservazione in merito al suddetto progetto». Il parcheggio sotterraneo rientrerebbe in un più ampio progetto, che ad oggi è in fase preliminare, di riqualificazione di tutta piazza d’Armi. Per valutare questa ipotesi, nei mesi scorsi, la piazza è stata oggetto di uno scavo, coordinato dalla Soprintendenza, volto a verificare la presenza, nel sottosuolo, di siti di interesse archeologico. L’area indagata è stata ricoperta alcune settimane or sono, e la piazza oggi è ritornata alla sua attuale funzione di parcheggio. L’ipotesi progettuale de parcheggio sotterraneo ha suscitato non poche polemiche: il comitato piazza d’Armi, dal canto suo, ha promosso una raccolta di firme e ha inviato segnalazioni alle Soprintendenze sia provinciale e che regionale e ha scritto anche al ministero competente, appunto quello ai Beni e alle attività culturali. Il gruppo consiliare Arilica, che sta all’opposizione, ha presentato il 3 febbraio un’interrogazione consiliare e il 3 marzo ha scritto agli uffici competenti – ministero, Soprintendenze, Comune e Comando nucleo tutela patrimonio dei Carabinieri – chiedendo copia della documentazione esistente sul progetto preliminare di riqualificazione di piazza d’Armi e degli atti amministrativi, che autorizzano la Sovrintendenza archeologica ad effettuare gli scavi. Sulla natura e sulla motivazione degli scavi di piazza d’Armi è arrivata la risposta del soprintendente reggente Marisa Rigoni, della Soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto, che ha sede a Padova. La lettera, datata 22 marzo, precisa: «Gli scavi effettuati nella piazza in oggetto si inscrivono nell’ambito della procedura di verifica archeologica preventiva dettata dalla legge 25 giugno 2005 n.109, art.2-ter e 2-quater». Il dirigente spiega altresì: «Tale legge impone che i lavori pubblici (compresi quelli realizzati in project financing) siano preceduti da accurate indagini preventive di carattere archeologico volte a verificare, in fase progettuale, la situazione del sito per quanto riguarda le preesistenze antiche per la valutazione delle Soprintendenze competenti». A questa comunicazione ha fatto seguito una nuova richiesta di Arilica, che è stata inviata nei giorni scorsi alla sola soprintendente Rigoni. «Avendo da Lei conferma che ci troviamo all’interno di una fase di progettazione che coinvolge il sito in esame», si legge nella lettera, «riteniamo che nel caso in oggetto manchino alcuni elementi che consentano di avere un quadro esatto del procedimento di accertamento in corso». Arilica chiede dunque di ottenere una risposta ai seguenti quesiti: «Sulla base di quale provvedimento amministrativo sono iniziati gli scavi archeologici? Ovvero, esistono altri provvedimenti oppure autorizzazioni che precedono quello della Giunta municipale di Peschiera del Garda del 19 dicembre 2005? Come si sono potuti iniziare gli scavi prima di questo provvedimento?». Arilica prosegue: «Sulla base di quale progetto e di quale elaborato grafico sono state effettuate le indagini nel sottosuolo? Nel caso esista tale documentazione di progetto, chi l’ha presentata e in che data? A quanto ammontano i costi sostenuti per gli scavi, chi pagherà l’intervento e sulla base di quale contratto? Qual é l’esito delle indagini archeologiche?».

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